Roma, 14 luglio 2012. “ Siamo con Assadakah nella difesa dei popoli oppressi contro gli arroganti del mondo e in primo luogo sosteniamo la causa palestinese. L'Iran è schierato a difesa di tutti i popoli oppressi del mondo.” Così esordisceambasciatore della Repubblica islamica dell'Iran, all'incontro con la nuova direzione della Federazione romana di Assadakah. Un colloquio fitto e gradevole, in cui l'Ambasciatore non ha mancato di toccare i temi caldi della crisi mediorientale. Di contro all'immagine che i media danno dell'Iran, ossia di un paese isolato, specie dopo il fallimento dei colloqui sul nucleare a Mosca, afferma:” ci sono ben 120 paesi non allineati che sono a favore del nucleare a uso civile per l'Iran”. E ancora:” dopo Mosca i colloqui sono andati avanti siamo fiduciosi perché la nostra posizione è logica. Oggi, come abbiamo chiesto da tempo i nostri esperti e quelli della controparte stanno lavorando insieme per arrivare a fissare un' agenda condivisa”. E sul ruolo dell'Iran nella crisi siriana dopo l'incontro di Teheran tra il Presidente Ahmadinejad e l'inviato della Nazioni Unite Kofi Annan afferma:” la sicurezza della Siria è alla base della sicurezza della regione. I piani di pace devono garantire anche la sicurezza di tutti i paesi limitrofi. L'Iran non ha avuto un ruolo nella scelta di Annan, ma ha appoggiato il suo piano di pace. “ E”, continua” è davvero paradossale che oggi chi ha sostenuto Annan lo boicotti, come dice lo stesso inviato dell'ONU, che ha riconosciuto come l'Iran sia essenziale per la pace in Siria”. “Fortunatamente”, prosegue Ali Hosseini” Annan non ha seguito l'indirizzo degli Usa”. L'Ambasciatore iraniano definisce “ammirevoli” le posizioni di Russia e Cina e indica una via d'uscita della crisi siriana: “Bisogna sostenere i gruppi che a Damasco chiedono riforme”. Sulle sanzioni Ue che vogliono strangolare l'economia iraniana, afferma: “È da quando è nata la Repubblica islamica che siamo colpiti da sanzioni, eppure la nostra ricerca scientifica è cresciuta dell'11%”.
Sulla Siria
L'Ambasciatore siriano Khaddour ha avvertito che la Siria è uno stato sovrano e che se verrà invaso si difenderà, come è previsto dai principi del diritto internazionale. L'abbattimento dell'F4 turco, che ha inasprito le tensioni con l'ambizioso Erdogan, è avvenuto nel pieno rispetto delle regole: il caccia turco aveva sconfinato in area siriana e - dice l'ambasciatore- "Noi abbiamo le prove" (la stessa Turchia ha poi ammesso le proprie responsabilità). L'episodio secondo Khaddour non è altro che un aspetto della crisi internazionale che gravita attorno alla Siria. Il paese, sotto il profilo geopolitico è un ponte tra Asia, Mediterraneo e Africa: l'Occidente vuole creare in Medio Oriente un terremoto per rilanciare un progetto neocoloniale sulla regione. A farne le spese sono la Siria e l'Iran: un intervento contro la Siria aprirebbe automaticamente le porte alla tanto desiderata guerra all'Iran (ricordo che le Trattative sul nucleare a Mosca sono fallite). Alla domanda sul ruolo della Russia, l'Ambasciatore ha risposto che l'ex superpotenza sovietica ha affermato che la sicurezza del proprio paese dipende da quella della Siria e dell'intero Medio Oriente e la sua posizione è sempre più definita e presto sarà seguita dalla Cina. Secondo l'Ambasciatore, lo scopo delle manovre occidentali è disarmare Hezbollah e Hamas, distruggendo l'asse che si oppone all'imperialismo occidentale nella regione. Ho poi, chiesto cosa si aspetta da Ginevra e dalla missione Onu: " Come può giocare l'ONU il suo ruolo se la crisi siriana è il prodotto di interventi esterni, di mercenari, salafiti, tunisini arabi sauditi?" è stata l'eloquente risposta.
di Stefania Pavone, Intissar Masri e Fadia Al Jamal
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