Riconoscimento dello Stato di Palestina: Il Ministro Gentiloni conferma la sudditanza dell’Italia agli Stati Uniti e Israele. Basta con i tatticismi, il popolo palestinese non può attendere
Roma, li 26 novembre 2006 - Rispondendo a un’interrogazione del deputato Erasmo Palazzotto, il ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, ha rinviato la decisione del Governo italiano di riconoscere da subito lo Stato di Palestina, subordinando questa decisione a quelle di altri Stati, in primis gli Stati Uniti, e di altri organismi. Si tratta di una decisione grave che dimostra la totale sudditanza della politica estera del nostro Paese alle decisioni degli Stati Uniti e dell’Europa. Tale mancanza di autonomia rischia di giustificare le politiche repressive di Israele nei confronti del popolo palestinese.
L’Italia, che in passato ha svolto un ruolo decisivo per affermare la pace e la sicurezza in Medio Oriente, si assume una grave responsabilità. L’attendismo in questi casi non è sinonimo di prudenza ma di ignavia. Il ministro degli Esteri e tutto il governo italiano prendano esempio dalla Svezia che ha ribadito come il conflitto tra Israele e Palestina «possa essere risolto solo con la soluzione a due Stati, negoziata secondo i dettami del diritto internazionale. Una soluzione a due Stati richiede il riconoscimento reciproco e la volontà di una convivenza pacifica». Per questa ragione la Svezia ha riconosciuto, senza titubanze e dubbi, lo Stato di Palestina.
Il centro Italo Arabo Assadakah esprime un giudizio fortemente negativo sulla posizione espressa dal ministro Gentiloni alla Camera dei Deputati e manifesta tutta la sua solidarietà al popolo palestinese che rivendica il riconoscimento di uno Stato che la politica fascista e negazionista di Israele vuole invece impedire. Si prende inoltre atto che, a differenza di quanto accade in altri paesi, come Gran Bretagna, Irlanda, Spagna e Belgio, neppure il Parlamento italiano ha affrontato la questione del riconoscimento dello Stato di Palestina, considerando la questione dei diritti e della sovranità del popolo palestinese una questione del tutto secondaria nell’agenda politica internazionale.
Intanto, senza che il governo italiano abbia manifestato la propria disapprovazione e protesta in alcuna sede, proseguono gli arresti giornalieri, i ripetuti assalti alla moschea di al-Aqsa da parte dei coloni e la politica di insediamento di Israele in totale violazione del diritto internazionale, con l’obiettivo premeditato di distruggere progressivamente la presenza dei palestinese in quel territorio. Le misure militari e di sicurezza israeliane in Cisgiordania e nella Gerusalemme occupata hanno trasformato i villaggi e le città in cantoni isolati, attraverso l’uso di cubi di cemento. Si tratta di un razzismo di occupazione che non può rimanere senza condanna.
Il ministro Gentiloni, mentre accade tutto questo, in quale parte del mondo rivolge il suo sguardo? Se c’è, batta un colpo.
Il Segretario Generale di Assadakah Sardegna –
Centro Italo Arabo del Mediterraneo
Raimondo Schiavone
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