(AGI) - Roma, 7 ago. - Sono state rapite da almeno 10 persone Greta e Vanessa, le due ragazze italiane in Siria per una missione umanitaria. "Il commando che ha rapito Greta Ramelli e Vanessa Marzullo era composto da almeno 10 persone. Erano tutte armate". Cosi' una fonte spiega all'Agi. Le due volontarie del progetto Horryaty, sempre a quanto si apprende, non sarebbero in mano a una organizzazione militare o terroristica, "ma il pericolo che possano essere cedute non si puo' escludere". Per questo motivo gli uomini della Farnesina e dell'Intelligence sono tutti mobilitati e presenti nella zona di Aleppo, dove si e' verificato il rapimento. "Sono gia' stati attivati tutti i possibili canali - spiega la fonte - per prendere contatto con i rapitori".
Il piano scattato e' quello gia' attuato in precedenti sequestri in zone a rischio, casi che si sono poi conclusi con il rilascio dei rapiti.
Sono disperati i familiari delle due ragazze e uno di questi rivolgendosi ai cronisti fa un appello: "Se volete stare vicini a Vanessa e Greta raccontate cosa succede in Siria e perche' sono in questa situazione". "Ho letto i giornali e sono stupito che nessuno conosca davvero la situazione in Siria e perche' sia cosi' dopo la caduta dell'Impero Ottomano", ha continuato il parente, probabilmente il fratello, senza voler aggiungere altro, ne' dire il suo nome.
"Sono fiducioso nella giustizia e anche nel Signore". Cosi' il padre di Vanessa Marzullo, intervistato da 'Repubblica tv' nella trattoria di famiglia di Verdellino, in provincia di Bergamo.
L'uomo ha ricordato "l'entusiasmo" che aveva la figlia per il fatto "di poter aiutare i bambini e la gente che aveva bisogno: non aveva altri scopi, solo aiutare chi soffre". Con Vanessa "ci sentivamo un giorno si' e uno no, c'erano dei problemi con le linee e ci aggiornava su quello che faceva", ha continuato parlando dei contatti con la figlia in Siria. "Erano partite solo loro due, due ragazze che ci credevano: erano cosi' prese dal cuore che non usavano la testa. Come genitori le dicevamo che e' una zona un po' pericolosa e di stare attenta". L'uomo ha quindi concluso dicendo di attendere costantemente aggiornamenti dalla Farnesina.
Intanto il Centro italo-arabo Assadakah usa parole forti in una lettera invioata al ministro degli Affari Esteri Federica Mogherini e al viceministro Lapo Pistelli in cui segnala "la gravita' di una vicenda che ripropone il tema degli ingressi illegali, attraverso il confine con la Turchia, in una delle zone piu' pericolose della Siria, sotto controllo dei gruppi jihadisti e della fazioni radicali islamiche". Assadakah giudica negativamente coloro che hanno scelto e scelgono di fare ingresso in Siria nelle zone di guerra controllate dall'opposizione armata e da bande criminali. "Questa situazione - afferma il segretario generale di Assadakah, Raimondo Schiavone - non puo' proseguire. Il governo italiano, pertanto, ha il dovere di intervenire e dire che in quelle zone, controllate dai cosiddetti ribelli, nessuno puo' sentirsi sicuro. E' urgente impedire che l'Italia si veda costretta a pagare riscatti, che poi serviranno a finanziare le attivita' criminali di questi gruppi armati, per l'irresponsabilita' di giornalisti, attivisti o soggetti che nulla hanno a che fare con la cooperazione e le missioni umanitarie.
Submitted by Anonimo on Thu, 07/08/2014 - 14:18