Puntualissime sono arrivate le critiche di chi coglie ogni occasione per trovare nelle pagine dei giornali i propri 5 minuti di celebrità, ma questa volta pare proprio che le critiche rivolte ad Assadakah e al Primo Meeting Internazionale delle Politiche del Mediterraneo, svoltosi a Cagliari il 4 e 5 ottobre 2013, appaiano del tutto infondate.
Tra le finalità del Centro Italo Arabo, Assadakah, un ruolo fondamentale è accordato alle attività di sensibilizzazione e comunicazione, pertanto riteniamo importante, anche in questa occasione, rispondere alle critiche in maniera puntuale.
Mario Carboni, esprime disapprovazione per la presenza a Cagliari di espondenti di Hezbollah e in particolare del responsabile esteri Ammar Moussaoui e del Presidente di Al Manar, Abdallah Kassir, l’atteggiamento ricorda molto il concetto di “fuori gli stranieri” che certamente mal si concilia con le politiche di accoglienza e integrazione che la comunità internazionale e l’Italia perseguono, ma soprattutto mal si accorda con il profondo senso di ospitalità che è tipico della nostra terra.
Accoglienza e ospitalità sono stati il leit motiv della due giorni organizzata da Assadakah, e a dimostrare la validità e attualità di tali concetti è stata la grande affluenza di pubblico, interessato agli argomenti trattati e disposto ad ascoltare le opinioni dei relatori presenti. L’ascolto costituisce un elemento fondamentale per conoscere e quindi giudicare i fatti, e se il dott. Carboni avesse Ascoltato gli esponenti di Hezbollah intervenuti a Cagliari, molte delle sue domande avrebbero trovato risposta:
avrebbe capito e saputo che Hezbollah, non si dichiara, né tanto meno è un’organizzazione terroristica e che la recente decisione dell’UE è più il frutto di pressioni internazionali da parte di USA e Israele, che di una valutazione oggettiva del ruolo e dell’operato di Hezbollah.
Avrebbe saputo e capito che proprio nell’ambito delle politiche del Mediterraneo, Hezbollah si impegna accanto ai soldati italiani della missione Unifil per difendere i confini libanesi e mantenere la pace e l’equilibrio, contrastando gli attacchi di Israele.
Quello stato di Israele che ha fatto della politica belligerante e dell’occupazione dei territori palestinesi, valle del Golan, il cardine delle proprie attività. Quello stesso stato di Israele che auspica un intervento militare dell’Europa e degli USA in Siria al fine di eliminare il presunto arsenale di armi chimiche, che esso stesso detiene in quantità ingenti.
Sempre partecipando all’evento Carboni, avrebbe saputo e capito che l’intervento di Hezbollah in Siria ha rappresentato un’azione militare preventiva, sempre allo scopo di difendere i confini libanesi minacciati dai ribelli.
Per concludere, alla fine della due giorni del Meeting la Segreteria generale e il responsabile Esteri di Assadakah, e la presidenza federale dei Assadakah Sardegna, hanno stilato le seguenti raccomandazioni, risultato del dibattito avvenuto:
• Affrontare i problemi migratori alla radice, e non solo come emergenza, adottare dei provvedimenti legislativi finalizzati alla tutela dei dell’individuo migrante, in conformità con la Carta dei Diritti dell’uomo e nel rispetto della cultura del Paese d’origine e di quello che accoglie. • Favorire la cooperazione tra i popoli, i governi e i partiti politici attivi per combattere il terrorismo, vera minaccia alla sicurezza dei popoli. • Chiamare i governi europei a rivedere le ingiuste decisioni prese, nell’ambito delle politiche internazionali in particolare la decisione di oscurare i mezzi di informazione, attraverso la loro rimozione dai satelliti europei. • Condividere l’opposizione alla guerra e la solidarietà nei confronti degli immigrati vittime dell’illegalità, espressa da Sua Santità Papa Francesco I. • Chiedere all’Unione Europea di rivedere la decisione aberrante di tacciare di terrorismo l’ala militare di Hezbollah, una decisione che risente delle pressioni esercitate da USA e Israele, una decisione che ostacola il dialogo con Hezbollah, come grande realtà politica, componente fondamentale del dialogo democratico e rappresentante del popolo libanese. • Richiamare al dialogo politico, quale mezzo imprescindibile per risolvere la crisi siriana in opposizione alle mire belligeranti che prevedono il sostegno dei gruppi armati presenti nel Paese. • Rifiutare le politiche di embargo imposte all’Iran e alla Siria, i cui effetti devastanti minano l’esistenza di intere popolazioni. • Imporre lo smantellamento delle armi chimiche a tutti i governi, poiché la loro detenzione rappresenta una grave minaccia per tutta l’umanità.
Si tratta di indicazioni e opinioni che sono molto lontane dal concetto di terrorismo, mentre di natura terroristica appaiono le considerazioni di chi, arroccandosi dietro un sardismo commerciale di comodo, in questi anni ha fatto prostrare la Sardegna e di chi sta utilizzando una conferenza, ossia un momento di dialogo e confronto, come pretesto per ingaggiare battaglie politiche e ideologiche prive di qualsiasi fondamento e spessore.
Submitted by Anonimo on Wed, 09/10/2013 - 16:46