Guerra in Siria, ma i problemi si ripercuotono anche sugli stati vicini con due milioni di profughi che si sono riversati dentro i confini del Libano. Una situazione che rischia di diventare insostenibile per un paese grande come l'Umbria e con appena quattro milioni di abitanti. L'appello questa mattina è stato lanciato dal sindaco di Al Goweibwh, località della regione di Byblos, Ali Berro, nel corso di una conferenza stampa nella sede di Cagliari dell'associazione Assadakah. "Sta diventando sempre più difficile - ha spiegato - sostenere questa situazione. I problemi vanno dal problema del lavoro alle spese sostenute per le cure dei nuovi arrivati sino alla questione sicurezza. Tutto questo in una situazione nella quale a volte lo stato non riesce nemmeno a pagare i suoi impiegati. Cerchiamo l'aiuto della comunità internazionale. Il Libano sta cercando una sua via di uscita con un modello di convivenza pacifica anche tra religioni: la nostra regione è un esempio. Distruggere questa diversità significa portare all'estinzione il nostro Paese". Un modello, quello dell'area di Byblos, testimoniato anche dal rappresentante del dialogo religioso libanese Jean Jabbour: "Sin dal 1975 - ha detto - l'anno in cui è scoppiato il conflitto le comunità si sono divise: nella nostra regione cristiani e musulmani hanno stipulato un'alleanza per chiamarsi fuori dalla guerra. Insieme abbiamo istituito una festa, quella del 25 marzo dell'Annunciazione della Vergine Maria, diventata ufficiale per tutto il Paese e per entrambe le religioni". Un esempio di pace in mezzo a una situazione di tensione: il Libano cerca disperatamente la stabilità anche di governo, ma quello che sta succedendo in Siria non facilita le cose. Ore decisive per Damasco: "Francia e Inghilterra premono per l'intervento - ha detto Raimondo Schiavone, segretario generale di Assadakah - ma il no del parlamento inglese a Cameron dimostra che la situazione è cambiata rispetto a quanto successo in Iraq: ora c'è internet e c'è la possibilità di farsi da soli un quadro della situazione. Gli Usa? Non hanno tutta questa fretta di intervenire. Il gas nervino è solo un casus belli che si stava cercando. Che interesse ha il governo a provocare stragi di massa quando sta controllando la guerra e ha in mano quasi tutta Damasco? Anzi risulta piuttosto che 17 uomini dell'esercito siano morti nelle settimane scorse a causa del gas nervino". (ANSA). YE6-AR
Submitted by Anonimo on Fri, 30/08/2013 - 16:27