di Talal Khrais
Ieri mattina ho lasciato la Siria per ritornare in Libano. Erano trascorse soltanto tre ore quando il direttore della Tv al Manar mi chiama e mi dice: “Devi ritornare a Damasco, partiamo per Qusayr e abbiamo bisogno di diversi corrispondenti”. Arrivo a Damasco alle ore 16 e partiamo subito verso Homs (160 km dalla Capitale). Tutto il tratto è controllato dall’esercito siriano e non mancano i posti di blocco. Mostriamo le nostre tessere, i militari sorridono, un ufficiale ci dice: ”Vedrete, è come la battaglia di Stalingrado, ci sarà effetto un domino su tutta la Siria”.
Per strada mi sono dispiaciuto perché lavoravo con altri colleghi (della Repubblica e della TV francese, la France 2), siamo ritornati insieme in Siria senza assistere alla liberazione del Qusayr.
Dopo aver passato tanti paesini liberati nei giorni scorsi dell’Esercito Arabo Siriano, arriviamo dentro la città. Un ufficiale siriano, salutandoci, ci consiglia: “Dormite un po’, l’offensiva comincia alle 4 del mattino. All’alba ci sarà l’attacco per liberare il quartiere orientale ancora nelle mani delle bande armate”.
Alle 4 del mattino in punto parte l’offensiva e in meno di 40 minuti le diverse organizzazioni (90% salafiti di al Qaeda) crollano lasciando sul campo morti, feriti e tante, tantissime armi moderne: razzi anti carro, missili terra-terra, barili pieni di tritolo che servivano alle auto bombe.
Una scena simile l’ho potuta vedere il 25 maggio del 2000, nel sud del Libano, quando gli israeliani sotto i colpi della Resistenza degli Hezbollah fuggirono abbandonando sul posto armi e mezzi.
L’esercito siriano ha sequestrato documenti che provano il coinvolgimento diretto nel conflitto di Paesi Occidentali, del Qatar, dell’Arabia Saudita e di alcuni leader politici libanesi.
Oggi si può dire che l'esercito ha il controllo totale di Qusayr e si dirige verso Dabb’a che separa il territorio liberato dal alcuni quartieri di Homs, tutt’ora nelle mani dei terroristi.
L'esercito siriano, con un morto e 4 feriti, ha preso il controllo totale della regione di Qusayr, ex roccaforte dei salafiti jihadisti, al termine di un'offensiva rapida. Subito dopo la liberazione un comunicato delle Forze Aramate Siriane: "Le nostre eroiche forze armate hanno riportato la sicurezza e la stabilità in tutta la città", aggiunge la tv di Stato.
Bisogna denunciare le violazioni gravissime esercitate dai terroristi contro la popolazione civile: omicidi, torture, stupri, spostamenti sparizioni forzate e altri atti inumani.
Submitted by Anonimo on Wed, 05/06/2013 - 16:04