Oggi 15 maggio, ricorre il 65° anniversario della Nakba (Catastrofe) della Palestina nel 1948, una tragedia che nella storia umana nessun popolo ha mai patito: l'occupazione di quattro quinti della terra palestinese, la demolizione e cancellazione di più di 485 villaggi dalla mappa geografica, la cacciata e lo sfollamento di più di 750mila palestinesi dalle loro case.
Il 15 maggio del 1948 è stato completato un complotto internazionale, iniziato il 2 novembre del 1917 con la famosa Dichiarazione di Balfour, Ministro britannico degli Esteri di allora, a favore del movimento sionista mondiale, con il consenso e il sostegno delle forze dell'imperialismo e del colonialismo occidentale per dare una patria agli ebrei della diaspora in Europa, a scapito del popolo palestinese, attraverso la cacciata dalla sua terra con la forze delle armi, con il terrorismo e le decine di massacri commessi dalle bande sioniste Stern, Irgun e Haganah, finanziate e armate da parte delle forze del Mandato Britannico.
Il 15 maggio del 1948, David Ben Gurion proclamò lo Stato di Israele, dopo il ritiro delle forze del Mandato Britannico e dopo aver garantito il successo del suo progetto: la creazione di una base avanzata, un "cane da guardia" in Medioriente per proteggere gli interessi imperialisti nel cuore della nazione araba, in una zona importante e strategica, quale è la regione mediorientale: a livello economico, ricca di petrolio e altre risorse naturali e a livello geopolitico con il canale di Suez e il Mar Mediterraneo, cuore del mondo. Una regione, quindi, Importante per il potere, il dominio e il controllo a livello regionale e globale.
Purtroppo, l’eroica resistenza dei palestinesi e dei loro fratelli arabi non potè respingere il grande complotto. Le forze imperialiste–colonialiste riuscirono a imporre il piano di Spartizione della Palestina (risoluzione n.181 del 29 novembre 1947), e, appoggiando militarmente le forze sioniste, riuscirono a impadronirsi di una ulteriore parte di terra palestinese, creando lo Stato d'Israele su oltre il 78 per cento del territorio della Palestina storica, nonostante lo Stato di Palestina, secondo quanto la stessa Risoluzione 181 aveva stabilito, dovesse estendersi su oltre il 43 per cento del territorio. Lo Stato di Palestina non ha mai visto la luce e la maggior parte del popolo palestinese, cacciata dalla sua terra, è finita nei campi profughi in paesi arabi confinanti: Libano, Siria, Giordania, Egitto, Iraq.
Venne, nel 1948, cancellata la Palestina dalla carta geografica e dall’agenda politica mondiale. Le forze imperialiste- sioniste hanno continuato la loro politica sulla base di quanto detto da Winston Churchill: i vecchi muoiono e i giovani dimenticano. Ma il popolo palestinese ha resistito con determinazione e fermezza per tutti questi lunghi anni, smentendo e facendo fallire le affermazioni di Churchill e di Ben-Gurion.
Il popolo palestinese, guidato da Yasser Arafat, è riuscito a riportare la questione palestinese sulla mappa del Medioriente e sull'agenda politica mondiale: attraverso il riconoscimento dei loro legittimi diritti: il diritto all'autodeterminazione, alla creazione dello Stato palestinese indipendente, con Gerusalemme Est come sua capitale, e il riconoscimento dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) come unico e legittimo rappresentante del popolo palestinese, ovunque si trovi.
Abbiamo creduto e abbiamo lavorato per un processo di pace iniziato con la Conferenza di Madrid nel 1991, continuato a Oslo, Washington, Parigi e Il Cairo, per realizzare una pace giusta e duratura in Medioriente. Purtroppo, l'intransigenza e l'inganno israelo–sionista hanno condotto a una sorta di terapia intensiva e quasi alla morte clinica ogni processo di pace, a causa della prosecuzione della politica oppressiva-repressiva, della colonializzazione e dell’ebraicizzazione dei Territori occupati palestinesi, perseguita dai vari governi israeliani estremisti, i quale avrebbero auspicato l'instaurazione di una autorità nazionale palestinese fantoccio nelle loro mani, piegata ai loro interessi, Ma così non è stato e tutto il nostro popolo lotta per affermare il suo sacrosanto diritto alla libertà e a una vita tranquilla e dignitosa sulla sua terra, come tutti gli altri popoli del mondo.
In occasione di questo anniversario doloroso, salutiamo la gloriosa ed eroica Resistenza del nostro popolo, i suoi caduti, il suo dolore e gli immensi sacrifici dei suoi feriti e dei suoi detenuti-prigionieri, che stanno combattendo una dignitosa battaglia di sopravvivenza contro l'arroganza della politica criminale e disumana dell'occupante israeliano sotto gli occhi del mondo intero.
E in questa giornata, 65° anniversario della Nakba, ribadiamo e ricordiamo al mondo che noi palestinesi non siamo né stanchi, né disperati, e non ci inginocchieremo e non ci arrenderemo mai e che l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) è e resterà la nostra guida e il nostro unico rappresentante.
Il popolo palestinese con la sua Resistenza popolare e pacifica di lunga durata e con l’appoggio e la solidarietà di tutte le persone libere e oneste del mondo trionferà e vincerà. Questo ci ha raccontato l’eroica storia dei popoli del Vietnam e del Sud d’Africa, che l’occupazione e l’ingiustizia non hanno mai vinto e che l’aurora e il sole della libertà risorgono sempre dopo il buio.
Viva la lotta del popolo palestinese.
Viva l’OLP, unico e legittimo rappresentante del popolo palestinese.
Viva l’eroica lotta dei prigionieri politici palestinesi nelle carceri-lager israeliane.
Gloria ai martiri palestinesi.
Rivoluzione fino alla vittoria.
Il Movimento di Liberazione Nazionale Palestinese
Al Fatah - Italia
Roma, 15 maggio 2013
Submitted by Anonimo on Wed, 15/05/2013 - 06:44