Per pochi attimi, la protesta di ieri degli immigrati somali ed eritrei, che vogliono abbandonare la Sardegna senza essere fotosegnalati, oltre ad aver creato grosse difficoltà al traffico cittadino per oltre sei ore (hanno occupato l'incrocio tra via Roma ed il largo Carlo Felice), ha rischiato di degenerare. E’ accaduto quando le Forze dell'ordine hanno deciso di fermare tre tra i manifestanti più accesi e gli altri connazionali hanno cercato di impedirlo. Reazione subito sedata anche con l’uso dei manganelli. Proprio sulla gestione dell’ordine pubblico è intervenuta l’associazione Assadakah Sardegna: “La protesta poteva essere gestita in maniera diversa. Manca un presidio dello Stato capace di affrontare situazioni di questo tipo e di gestire i problemi di pochi cittadini stranieri che hanno deciso di manifestare in città. Non è azzardato dire che la gestione dell’ordine pubblico non è stata all’altezza della situazione. Troppo facile prendersela con pochi disperati e senza futuro. Le immagini degli scontri dimostrano l’incapacità di gestire un evento di normale criticità. In questa vicenda non assolviamo nessuno, neanche quei migranti che non accettano di rispettare le regole e le leggi, ai quali va spiegato, non certo con i manganelli, quali sono i loro diritti e anche i loro doveri quando mettono piede sul nostro territorio”.
E’ intervenuto anche il movimento CasaPound per chiedere al prefetto di Cagliari Perrotta di “fermare qualsiasi nuovo sbarco di presunti profughi in Sardegna e di rimpatriare immediatamente chi ha paralizzato in questi giorni la città. Negli ultimi 10 giorni a Cagliari abbiamo assistito a quattro diverse manifestazioni degli immigrati che la politica di matrice boldriniana ha fatto 'scaricare' nell'isola. Una tratta di esseri umani che favorisce solo chi lucra sull'accoglienza, visto che gli stessi africani ospitati dal 21 marzo negli alberghi del capoluogo fanno di tutto per lasciare la regione. Non possiamo tollerare un tale comportamento da parte degli stranieri che usufruiscono dell'assistenza che lo Stato di Renzi preferisce riservare a loro piuttosto che ai 4 milioni e 102mila italiani individuati dall' Istat nella fascia di povertà assoluta". (red)
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