Giuba (Sud Sudan), Il segretario di Stato Usa Hillary Rodham Clinton è stata in visita nel Sud Sudan per spingere i leader dello Stato africano,nato un anno fa,e le loro controparti del nord a risolvere le loro divergenze che rischiano di riaccendere una nuova guerra fratricida.
La Clinton è arrivata nella capitale Giuba per una breve visita in cui offrire al nuovo Paese indipendente l'appoggio degli Stati Uniti e per sottolineare l'urgenza di porre fine alla controversia con il Sudan in materia di petrolio e territorio.
Il Sudan e il Sud Sudan devono mettere fine alle dispute con un accordo. I due Stati, ha sottolineato il segretario di Stato americano, Hillary Clinton. "sono inestricabilmente legati tra loro" e "hanno bisogno di giungere a un accordo che chiuda le restanti questioni sulle quali sono in contrasto".
"Mentre Sud Sudan e Sudan sono diventati Stati separati,le loro fortune e i loro destini restano legati in modo inestricabile. Ora è urgente che entrambe le parti,nord e sud,vadano avanti e raggiungano tempestivi accordi su tutte le questioni sospese.
Il popolo del Sud Sudan se lo aspetta". Afferma il segretario di Stato americano Hillary Clinton,in visita a Juba in Sud Sudan,chiedendo ai leader dei due Paesi di raggiungere al più presto accordi su questioni urgenti.
In particolare, Clinton ha chiesto che le parti raggiungano un accordo provvisorio sulla spartizione degli introiti della vendita di petrolio, che ha fatto scontrare duramente i due Paesi e bloccato le estrazioni.
"Una percentuale di qualcosa è meglio di una percentuale di niente", ha detto durante la conferenza con Nhial Deng Nhial, ministro degli Esteri del Sud Sudan. Nhial ha dichiarato che il suo governo vuole che gli Usa continuino a sostenere il Paese e a esercitare pressione sul Sudan perché accetti le proposte del Sud. Clinton ha incontrato in precedenza il presidente del Sud Sudan, Salva Kiir.
Il Sudan ha confermato di aver raggiunto un accordo con il Sud Sudan per la gestione del petrolio che Giuba estrae e intende esportare facendolo passare in territorio sudanese. Ha pero' anche precisato che l'intesa diverrà operativa solo dopo nuovi colloqui incentrati sulla sicurezza. Lo ha riferito l'agenzia di stato di Khartoum, Suna. Nella notte il mediatore sudafricano Thabo Mbeki aveva annunciato l'accordo sul prezzo che il Sud Sudan dovrà pagare per far passare in territorio sudanese il greggio destinato
all'esportazione.
Infatti il Sudan e il Sud Sudan hanno raggiunto un accordo sulla spartizione delle risorse petrolifere. “Le parti si sono messe d'accordo sui dettagli finanziari che riguardano il petrolio, quindi e' fatta”, ha detto l'ex presidente sudafricano Mbeki al termine di una riunione ad Addis Abeba, in Etiopia.
Sudan e Sud-Sudan hanno ripreso lo scorso 5 luglio ad Addis Abeba i colloqui bilaterali per risolvere le divergenze sorte dopo l'indipendenza di Giuba; di seguito i principali punti delle trattative, ancora in corso nonostante l'Onu avesse indicato come data limite - pena sanzioni - lo scorso 2 agosto.
- Petrolio: il Sud-Sudan possiede i tre quarti delle risorse petrolifere originali,ma Giuba è totalmente dipendente da Khartoum per l'esportazione del greggio; un accordo - di cui non sono stati resi noti i dettagli - è stato annunciato il 4 agosto.
- Demarcazione della frontiera:almeno un quinto del confine fra i due Paesi (lungo circa 1.800 chilometri) non è stato definito e le regioni contestate sono spesso ricche di minerali o di altre risorse; in base all'accordo di pace del 2005 il confine dovrebbe essere quello del 1956 ma le carte di epoca coloniale sulle quali era basato sono a volte contraddittorie e sul terreno non è stata svolta alcuna opera di demarcazione.
- Zone contestate: al di là del contenzioso sulle frontiere i due governi rivendicano il possesso di intere regioni: tra queste quella di Abyei (estesa quanto il Libano) e il campo petrolifero di Heglig, di recente teatro di scontri armati; un referendum
nell'Abyei è stato sospeso in mancanza di un accordo sugli aventi diritto al voto.
- Sicurezza e gruppi ribelli:Giuba e Khartoum si accusano vicendevolmente di sostenere dei gruppi ribelli che operano nel proprio territorio: si tratta di una questione ritenuta essenziale per far progredire in negoziati; milizie ribelli sono
presenti negli stati sudanesi del Darfur, Khordofan meridionale e Nilo Blu.
Submitted by Anonimo on Mon, 06/08/2012 - 17:16