Il libro "Amal, la bambina delle caramelle"
Nato per i più piccoli il volume è un percorso di immagini e parole che narra le storie del Campo di Abu Shouk in Darfur attraverso gli occhi di Amal, la bambina delle caramelle.
Amal ha 7 anni , vive nel campo profughi. Ogni pomeriggio alla fine delle lezioni dispone il suo tappeto sulla sabbia del deserto e vende le sue caramelle. Amal ha gli occhi sereni di chi svolge con attenzione il suo dovere, è timida e riservata come una collegiale inglese.
La bambina presenta la sua scuola, i suo compagni che scalpitano e si mettono in posa davanti ai flash, accompagna il lettore tra i colori e i profumi del mercato, si sofferma sulle donne intente a intrecciare i cestini. Il mondo di Amal è fatto di piccoli gesti quotidiani, una semplicità disarmante molto lontana dal trambusto del mondo occidentale. La seconda parte del libro racconta la storia di Malak al Aswad, la formica amica della pace, la fiaba illustrata che narra di lotte e contrasti tra formiche nere e rosse diviene metafora del conflitto in Darfur e diviene soprattutto luogo di evasione da una realtà dominata dalla guerra e dalla sofferenza, fonte di speranza per un Paese, che si avvia verso una grande rinascita e un radioso futuro.
Il progetto
"La scuola è di tutti. Una scuola nel Campo di Abu Shouk - Darfur"
Il libro è parte di un progetto di solidarietà promosso da Assadakah Sardegna che da diversi anni si sta occupando della situazione sociale del Sudan e del Darfur in particolare e della possibilità di aprire un dialogo e una riflessione su un futuro possibile. Il progetto prevede la costruzione di una scuola presso il campo di Abu Shouk in Darfur grazie ai proventi ricavati dalla vendita del libro" Amal, la bambina delle caramelle" e dall'acquisto della Mostra itinerante "Il sorriso del Sudan".
Il progetto prevede la realizzazione di una struttura temporanea amovibile, in modo tale da consentirne l’eventuale trasporto all’atto del trasferimento dei profughi nei villaggi d’origine.
I materiali utilizzati saranno compatibili con il paesaggio circostante e le altre strutture presenti all’interno del Campo. L’attività didattica sarà finalizzata al sostegno alla crescita e alla valorizzazione delle risorse umane, aiutando i bambini a diventare individui consapevoli e solidali, che sanno affrontare le sfide della vita e sviluppare autostima e capacità di leadership. Oltre all’apprendimento delle principali nozioni di base mediante un programma di educazione primaria, s’intende attuare una capillare azione e educazione e promozione alla salute, di educazione alimentare, educazione allo sviluppo, alla comprensione, alla tolleranza e alla convivenza tra gruppi diversi.
La mostra: "Il sorriso del Sudan"
Gli sguardi delle donne del Sudan raccontano il dramma della guerra, ma ancor di più la voglia di ricominciare, costruire un paese nuovo, un futuro per donne e gli uomini di domani.
La mostra attraverso un percorso di 25 immagini di volti di donne del Sudan intende trasferire, pertanto, la consapevolezza, il coraggio e la determinazione di un popolo che cerca l’orizzonte.
Le immagini fotografiche rappresentano incontri, momenti d’inaspettata vicinanza e sono testimonianza di un viaggio e di un’esperienza straordinaria in un Paese che è in grado di riportare alla mente valori ed ideali che pensavamo perduti.
L’obiettivo ha catturato l’entusiasmo e la grande volontà delle universitarie sudanesi che raccontano con trasporto che il loro sapere sarà utile al futuro del Sudan e ne consentirà lo sviluppo. Le madri, al mercato di El Fasher, accolgono in un abbraccio i bambini impolverati, trasportano la spesa e si dirigono veloci verso casa. Le giovani donne passeggiano e incrociano l’obiettivo con un atteggiamento che tradisce curiosità, timidezza e orgoglio.
La fotografia realizza un mosaico di immagini, stili che propongono creatività diverse. Sono racconti di realtà carichi d umanità, gesti evocativi di linguaggi differenti, storie di vita quotidiana che parlano di lavoro, di passioni, di scambi e di difficoltà.
Le protagoniste sono donne che narrano se stesse nella quotidianità, rivelano un attimo di vita che racchiude la forza, la determinazione, la bellezza orgogliosa e la timidezza di uno sguardo schivo. L’immagine è in grado di intrappolare in un solo “scatto” quello che le parole raccontano in una storia. Un viaggio nella straordinaria semplicità del reale: la famiglia, il lavoro e la società di un Paese che si avvia verso la rinascita.
Inviato da Anonimo il Mar, 03/07/2012 - 15:50