Siria, la risposta del Parlamento Europeo è inaccettabile. Così si aiutano i terroristi


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Guerra in Siria. Il Parlamento Europeo risponde ad Assadakah. Centro Italo Arabo: parole irresponsabili, così si aiuta il terrorismo e le bande criminali

Il Parlamento Europeo, attraverso la direzione Generale per la Politica Estera, ha risposto alla lettera del Centro Italo Arabo Assadakah sulla guerra in Siria. Una risposta che il segretario generale Raimondo Schiavone giudica “stupefacente, approssimativa e pericolosa” perché mette sullo stesso piano il governo legittimo siriano con i gruppi armati di matrice radicale, i terroristi e le bande criminali.

Una lettera omissiva che dimostra la volontà della massima Istituzione Europea di non voler la pace nel paese perseguendo una politica che ha permesso a organizzazioni come lo Stato Islamico di conquistare posizioni, di commettere atrocità nei confronti della popolazione civile (e in particolare della minoranza religiosa cristiana) e di proseguire nella destabilizzazione della regione.

La lettera, quando parla di cessazione delle ostilità in Siria e richiama le numerose violazioni dei diritti umani, invita espressamente i combattenti stranieri a ritirarsi dalla Siria.

“Stupisce – afferma Schiavone - che la nota del Parlamento Europeo faccia riferimento ad Hezbollah e non alle decine di migliaia di combattenti stranieri dello Stato Islamico, di Al Nusra (al Qaeda) e delle moltissime sigle radicali e salafite che si sono macchiate dei peggiori crimini in Siria. Hezbollah, come è noto, è intervenuta a difendere le popolazioni sciite in Siria, su espressa richiesta del governo legittimo, difendendo inoltre i confini con il Libano dai numerosi attacchi compiuti dai gruppi terroristi e impedendo che essi compissero scorribande nel paese dei cedri”.

“Hezbollah – continua il segretario generale di Assadakah - ha inoltre difeso le comunità cristiane e le minoranze etniche prese di mira dai gruppi jihadisti e dalle bande armate al soldo delle potenze straniere, come Arabia Saudita, Qatar, Turchia e Kuwait. La risposta del Parlamento Europeo è gravemente omissiva e, come tale, va rispedita al mittente. Oggi siamo certi che l’Europa, impegnata a fornire aiuti e armi ai cosiddetti ribelli moderati, non vuole la pace in Siria ma solo la sua destabilizzazione per far cadere il presidente Bashar Al Assad. Questo disegno fallirà miseramente”.

 

Roma, li 23 settembre 2014