Due giorni di dibattiti a Mandas con Assadakah. Presentato il libro “Middle East”


ale

Doppio appuntamento con il Medio Oriente e il Centro Italo Arabo Assadakah al festival della letteratura di viaggio D.H. Lawrence di Mandas. Nella conversazione che il giornalista Alessandro Aramu, direttore della rivista di geopolitica Spondasud, ha avuto con il sindaco Umberto Oppus e con i cittadini, si è parlato di temi di grande attualità: la guerra in Siria e Iraq, il pericolo del terrorismo internazionale e del fondamentalismo islamico, la persecuzione dei cristiani e delle minoranze religiose, la posizione di Hezbollah in Libano, il conflitto israelo- palestinese, la resistenza di Hamas e il ruolo dell'informazione nelle aree di crisi.

“Il Centro Italo Arabo – ha osservato Aramu – in questi anni ha svolto quasi 100 missioni in Siria, molte di queste avevano natura giornalistica. Abbiamo condotto molti reporter italiani e stranieri nel fronte di guerra e nelle aree più esposte di quel conflitto, documentando come pochi altri una realtà che molti media occidentali non volevano vedere. Siamo stati tra i primi a denunciare il rischio del fondamentalismo. Quando parlavamo di terroristi in Siria– ha ricordato il giornalista - ci prendevano per pazzi. L'obiettivo, a quel tempo, era abbattere Assad. Oggi tutti hanno scoperto che il male di quel paese non sta a Damasco ma a Raqqa, una delle capitali di questo fantomatico califfato, e dintorni. Ma forse è troppo tardi. L'Occidente, con la sua complicità, ha creato un pasticcio e ne pagherà le conseguenze”.

Alessandro Aramu ha ricordato l'intensa attività svolta dal Centro Italo Arabo, particolarmente in Siria e Libano, dove sono stati messi in piedi importanti progetti di cooperazione e di aiuto alla popolazione in vari settori.

Il secondo appuntamento è stato dedicato alla presentazione del libro “Middle East” (Arkadia Editore), curato da Raimondo Schiavone, giornalista e segretario generale di Assadakah, un racconto che parte dalle rivolte arabe per giungere ai nostri giorni.

“Un libro – ha osservato Aramu - che affronta temi di grande attualità e che vede la partecipazione di importanti giornalisti come Giulietto Chiesa e Alberto Negri, di accademici, politici e osservatori che quotidianamente si occupano di politica estera”.

Un libro arricchito dai reportage di Assadakah sul fronte di guerra siriano (dello stesso Schiavone e di Talal Khrais, responsabile esteri di Assadakah) e dal secondo manifesto politico di Hezbollah, un “documento fondamentale per capire il ruolo del partito sciita libanese nelle dinamiche di quella regione, a partire dai rapporti con il movimento Hamas e la questione palestinese”.

Il volume tenta di rispondere, proprio grazie alla presenza di autorevoli scritti di firme prestigiose, a una serie di interrogativi, a partire dal ruolo che potranno giocare i Paesi del Mediterraneo alla luce degli ultimi sconvolgimenti internazionali.

Per Alessandro Aramu è fondamentale capire che in questi anni l'opinione pubblica è stata disinformata e manipolata dai media occidentali che hanno volutamente occultato una serie di notizie per dare la sensazione che in Siria ci fosse una rivolta democratica. “La più grande bugia? La persecuzione dei cristiani da parte di Assad. Importanti quotidiani italiani, sulla base di false notizie fornite dai cosiddetti ribelli, attribuivano al governo di Damasco una serie di crimini contro le minoranze religiose. Noi sapevamo che le cose stavano in un altro modo, anche perché eravamo in stretto contatto con molti religiosi del posto. Oggi tutti parlano dei cristiani perseguitati, anche quegli stessi giornali, come La Repubblica, che hanno fatto “importanti” reportage che ancora oggi gridano vendetta. Di queste cose ne abbiamo parlato nel libro Syria e ne parliamo ogni giorno nei siti internet di Assadakah Sardegna e Spondasud, la nostra rivista”.

Middle East è un saggio che si divide in tre parti: la prima dedicata alle analisi geopolitiche, la seconda all'informazione e la terza ai fenomeni migratori. Per Franco Murgia, vicepresidente di Assadakah Sardegna, “le guerre e le crisi che si sono verificate nel bacino nel Mediterraneo in questi anni hanno aumentato la pressione migratoria verso l'Europa e, in particolare, l'Italia”.

“Dobbiamo considerare questo fenomeno– ha detto Murgia – inevitabile. La gente scappa dalla povertà, dalla miseria, dalle guerre e cerca riparo in luoghi più sicuri, con la speranza di vivere un futuro più dignitoso. È sbagliato considerare questo fenomeno come temporaneo. Le migrazioni non si possono fermare, semmai si possono regolamentare. Ma è sbagliato considerare chi scappa dalla guerra un semplice migrante (o peggio un clandestino): sono persone che hanno diritto di avere uno status (quello di rifugiato) che non sempre le Istituzioni internazionali sono in grado di riconoscere”.

Franco Murgia ha infine ricordato le esperienze di Assadakah in Siria: “Siamo stati i primi a incontrare il presidente Assad e a intervistare i terroristi imprigionati nelle carcere siriane, quasi tutti erano stranieri pagati per fare la guerra in un paese che non era il loro. Le loro dichiarazioni, alla luce dell'affermazione dello Stato Islamico e del terrorismo di matrice islamica, sono un documento eccezionale. Quando abbiamo portato quel video in Italia, nessuna tv o giornale italiano ne ha parlato, ci prendevano per pazzi. Oggi quel video sta girando, lo hanno mandato persino a Uno Mattina alla Rai e ce lo chiedono in tanti. Ora ci dicono: avevate ragione voi. Magra consolazione”.