Sarah Leah Whitson, direttore per il Medio Oriente di Human Rights Watch (Hrw), afferma: “ I leader dell'opposizione dovrebbero spiegare ai loro seguaci che non devono torturare, rapire o giustiziare in nessuna circostanza"
L'inviato speciale dell'Onu per la Siria, Kofi Annan, e il Segretario generale della Lega Araba, Nabil al-Arabi, si sono incontrati a Ginevra dove hanno lanciato un appello alla comunità internazionale perché adotti una posizione unitaria sulla crisi in corso nel Paese arabo. Secondo quanto reso noto dal Palazzo di Vetro l'incontro è avvenuto a porte chiuse e al termine non è stata rilasciata alcuna dichiarazione.
I quindici Paesi membri del Consiglio di Sicurezza dell'Onu hanno nel frattempo iniziato la discussione della bozza di dichiarazione presentata dalla Francia per sostenere la missione in Siria di Annan: il voto è previsto in serata.
Il testo si limita ad esprimere il sostegno dei Paesi membri alla missione di Annan, come ha spiegato l'Ambasciatore francese presso le Nazioni Unite, Gerard Araud, ed è il "meno controverso che sia stato possibile presentare". Si tratta in affetti di una "dichiarazione presidenziale" adottata per consenso e che ha minore rilevanza rispetto a una risoluzione vera e propria.
Il documento consta di sei punti - già presentati da Annan nella sua visita a Damasco - che prevedono la fine delle violenze, l'applicazione progressiva di un cessate il fuoco, la fornitura di aiuti umanitari e l'avvio di un dialogo politico; se questi sei punti non venissero rispettati nella settimana successiva all'approvazione della dichiarazione il Consiglio di riserva il ricorso a non meglio precisate "misure supplementari".
Una delegazione di cinque esperti inviata da Anann si trova attualmente a Damasco per negoziare l'invio di una missione di osservazione con lo scopo di far cessare le violenze nel Paese. Come vediamo è cambiato l’atteggiamento minaccioso nei confronti della Siria, mentre avanza l’appello per una soluzione politica.
Il ministro cinese degli Affari Esteri, Yang Jiechi, ha lanciato il 20 Marzo, un appello per una rapida soluzione della crisi siriana, durante il suo incontro a Pechino con l'omologo egiziano. Cina e Russia hanno usato per due volte il loro potere di veto per bloccare altrettante risoluzioni Onu di condanna della repressione “voluta” dall’esercito siriano ai danni dell'opposizione.
Durante il loro incontro, Yang e l'omologo egiziano Mohammed Amr hanno confermato il loro sostegno agli sforzi di mediazione compiuti dall'inviato speciale delle Nazioni Unite e della Lega araba, Kofi Annan. Russia e Cina trascinano i Paesi arabi sulla loro posizione. Solo un mese fa l’Egitto era favorevole all’invio di armi all’opposizione, oggi chiede una posizione pacifica.
Il ministro degli Esteri egiziano e cinese hanno rivolto un appello congiunto per una fine del conflitto in Siria invocando negoziati politici e sostenendo il ruolo di mediazione svolto dall'inviato speciale dell'Onu e della Lega Araba Kofi Annan. Il ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi e la sua controparte egiziana Mohammed Amr hanno chiesto congiuntamente alla comunità internazionale di continuare a esercitare la propria pressione per una soluzione politica della crisi.
"Sulla Siria, ritengono che le parti in causa dovrebbero immediatamente abbandonare il conflitto violento, aprire al dialogo politico e alleviare la situazione umanitaria - si legge in un comunicato emesso da Pechino “ La comunità internazionale dovrebbe rispettare la scelta del popolo siriano, continuare a cercare una soluzione politica e incoraggiare gli sforzi di mediazione dell'inviato dell'Onu e della Lega Araba Annan".
La Russia apre a una dichiarazione o risoluzione Onu sulla Siria, sempre che questa non contenga un ultimatum. La posizione possibilista arriva dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov, che il 20 Marzo ha minacciato un nuovo veto a un testo che preveda "un ultimatum", de facto lasciando spazio per l'approvazione, dopo i 'niet' opposti alle precedenti risoluzionidi condanna della Siria.
Lavrov ha duramente criticato il ritiro degli ambasciatori deiPaesi arabi da Damasco e ha sostenuto che il vero obiettivo dei recenti attacchi terroristici nel Paese mediorientale è quello di far fallire la missione di Kofi Annan, finalizzata a ottenere una tregua tra le parti in conflitto. "Ora che la missione di Kofi Annan è appoggiata da tutti, almeno a parole - ha detto il capo della diplomazia moscovita – vi sono una serie di eventi che chiaramente non vanno a favore di tale missione".
Lavrov ha seccamente replicato a chi evidenzia un cambiamento di linea sulla Siria da parte russa, dopo mesi di strenua difesa del presidente Bashar al-Assad: "Penso che non abbia neppure senso parlare di revisione della nostra posizione", ha dichiarato durante una conferenza stampa a conclusione dell'incontro con il collega libanese Adnan Mansour.
I gruppi armati dell'opposizione stanno compiendo gravi abusi dei diritti umani, torturando e giustiziando i membri delle forze di sicurezza e i sostenitori del governo. Lo ha detto il 20 marzo Sarah Leah Whitson, direttore per il Medio Oriente di Human Rights Watch (Hrw).
Talal Khrais
Inviato da Anonimo il Mer, 21/03/2012 - 12:36