Assadakah è in prima linea in Siria Difendere una nazione contro l’Oscurantismo


foto(Talal Khrais – Qalamoun) - Non possiamo che essere fieri come Centro Italo Arabo Assadakah del nostro lavoro in Medio Oriente, un sforzo straordinario che ha coinvolto tutta la nostra organizzazione, dal Segretario Generale, Raimondo Schiavone, alle filiale presenti sul territorio italiano, con l’appoggio indispensabile della nostra sede a Beirut.

Dall’inizio di maggio del 2012 fino ad oggi sono state 42 le missioni fatte in Siria. Hanno partecipato giornalisti di primo piano provenienti dall’Italia, dalla Spagna, dalla Francia, dalla Svizzera, dagli Stati Uniti e dal Brasile. Giornalisti di altissimo livello, come i corrispondenti  della CNN, France 2, tutte le rete Rai e Mediaset.  Per non parlare dei principali quotidiani europei.

Siamo riusciti a portare diverse missioni di solidarietà, con l’arrivo di numerose organizzazioni umanitarie che presto opereranno sul territorio siriano per alleviare le sofferenze di un popolo e un’intera nazione. Abbiamo fatto tutto questo per la giustizia, per raccontare al mondo la verità sulla Siria perché qualcuno deve essere presente. Svelare le menzogne è il nostro obiettivo e lo possiamo fare grazie alla massiccia presenza dei giornalisti, senza intermediazione, stando dentro i fatti e assistendo giorno dopo giorno a un conflitto che ha procurato molto dolore e sofferenza al popolo siriano.

In nome della difesa dei diritti umani, sono stati inviati da tutto il mondo mercenari per insegnare ai siriani la democrazia, ovvero al popolo che appartiene ad una nazione culla della civiltà umana.

Il grande paradosso è rappresentato dall’Occidente, direttamente e indirettamente responsabile dell’eccidio del popolo siriano. I Paesi dell’Europa “libera” si sono alleati con l’oscurantismo, il terrorismo islamico finanziato da Paesi come l’Arabia Saudita e il  Qatar (noti“paradisi” della democrazia).

Sono passati 3 anni dall’inizio del conflitto, l’Esercito Arabo Siriano, sostenuto dal suo straordinario mosaico interreligioso (si tratta di 42 etnie e comunità religiose), esempio straordinario di convivenza, combatte il più feroce nemico. Dal maggio del 2012 sono stati spesi 30 miliardi di dollari, sono arrivati 150 mila terroristi da 68 Paesi. La Siria tutt’ora è assediata. Ogni volta che muore si alza più giovane e bella. Questa unità tra popolo ed esercito, con il passar del tempo, ha reso questa guerra mondiale inefficace. Presto l’Esercito siriano stravolgerà tutti gli equilibri, a partire dall’avanzata nella regione strategica di al Qalamun.

I cosiddetti “ribelli”, di fronte alla vittoria dell’Esercito Siriano, non fanno che scambiarsi accuse tra di loro. Parliamo di fazioni sempre più divise e litigiose che non hanno alcun collante se non combattere il presidente Assad.  La confusione regna sovrana come dimostra anche il cambio al comando dell’Esercito siriano libero (Esl): il consiglio militare ha giudicato inefficace la strategia di Salim Idriss, nominato a dicembre del 2012 e sostituito, lo scorso febbraio, con il generale di brigata Abdelilah. Tutti e due sono personaggi che, in tempo di pace,  erano simboli della corruzione nel Paese.

Tutti i giocatori sono in difficoltà, a partire dall’Arabia Saudita che ha imposto il suo fantoccio,  Ahmad Assi Jarba, a capo della Coalizione nazionale siriana, che riunisce le principali forze dell’ opposizione. Una coalizione che ha alzato la voce a Ginevra ma che non è in grado di controllare neppure 100 metri del territorio siriano.

L’Arabia Saudita ha fallito nel suo tentativo di riunire e raggruppare alcune fazioni armate che combattono nel fronte islamico, sia per le divergenze sia perché essere appartengono al movimento  Al Qaedah, come il Fronte al Nusra (jabhat al Nusra). Tutto ciò è inaccettabile per l’Occidente e gli Stati Uniti. Nel frattempo lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante sconfigge l’Esercito Libero sostenuto dal Qatar e dalla Turchia e conquista  i sui depositi militari. Alla confusione si aggiunge altra confusione. Tutti contro tutti. Sono questi i liberatori che dovrebbero governare la Siria?

In questi giorni sto assistendo in prima persona alle operazioni militari sul campo in Siria. L’esercito Arabo  prepara ovunque  una massiccia offensiva, come sta accadendo a  Yabrud, l’ultima roccaforte dei terroristi, nella regione di grande valore strategico, al confine con il Libano.  Nelle ultime ore sono stati intensificati i bombardamenti contro centri di comando di Jabhat al Nusra. Da quello che posso vedere il cerchio intorno ai gruppi terroristi e mercenari si sta stringendo. Per la Siria e il suo popolo è una buona notizia.