(Damasco – Talal Khrais) - È enorme la sofferenza dove governano gli jihadisti in Siria. Usano le persone come scudi umani ed impongono una serie di regole ai cristiani, in particolare a Raqqa e in altre località nelle vicinanze di Aleppo.Fra queste, vi sono una tassa, compiere i riti al chiuso, non indossare nessun segno cristiano evidente. Gli estensori delle regole sono i membri dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isil).
A Raqqa troviamo la situazione più drammatica: questa città del nord della Siria aveva 300mila abitanti prima dell'inizio della guerra in Siria nel marzo 2011. Di questi l'1% era cristiano. Ora molti abitanti sono fuggiti e la città è nelle mani dell'Isil. Sotto la minaccia di essere trattati con violenza, i cristiani devono pagare la "jiziya", l'antica tassa obbligatoria per i non musulmani. I cristiani ricchi dovranno pagare una somma pari al valore di 13 grammi di oro puro (mezza oncia), quelli della classe media metà della somma e quelli della classe povera un quarto.
I cristiani non devono esporre croci o simboli della loro fede in ambienti frequentati dai musulmani e soprattutto al mercato; non devono usare altoparlanti per il richiamo alla preghiera; devono compiere i loro riti a porte chiuse all'interno degli edifici di culto.
Il gruppo esige anche che i cristiani si conformino alle regole sul vestire in modo modesto imposte a tutti gli abitanti. Ai cristiani è vietato portare armi, come pure restaurare chiese e monasteri della zona. Chi non si attiene a queste regole, avrà il destino assegnato alla "gente della guerra e della ribellione", cioè l'uccisione.
Inviato da Anonimo il Gio, 06/03/2014 - 16:44