Quando parli con i cittadini iraniani di sanzioni contro il loro Paese ti rispondono che “ noi temiamo Dio Clemente misericordioso” e che “dal 1979 esistono e il nostro Paese sempre più forte.
L'ayatollah Ruhollah Khomeini é stato il leader carismatico della rivoluzione iraniana del 1979 che riuscì con pochi mezzi e con la volontà popolare rovesciare il regno dell'ultimo Shah di Persia, Mohammad Reza Pahlavi, malgrado il sostegno di tutto l’occidente, Israele e Stati Uniti compresi.
Il 33 imo anniversario della Rivoluzione Islamica in Iran commemora la nascita della Nuova Nazione quando il fondatore l'Ayatollah Ruhollah Khomeini, religioso sciita, iniziò la sua lotta politica nel 1963 sfidando lo Shah e accusandolo in alcuni discorsi politici pronunciati nella città santa di Qom, di aver dato vita ad un sistema corrotto al servizio del colonialismo. Venne arrestato nel 1963 dalla polizia e trascorse diversi mesi in carcere rischiando addirittura la condanna a morte per aver osato sfidare la monarchia. Fu soltanto l'intervento di noti ayatollah sciiti a impedire alla magistratura di emettere una sentenza di morte nei suoi confronti.
Scarcerato nel 1964, dopo 10 mesi di detenzione, a differenza di quanto avevano sperato i servizi segreti (Savak), Khomeini, che nel frattempo aveva ottenuto il rango di ayatollah (uno dei più alti gradi della gerarchia sciita), non arrestò la sua protesta anti-regime. L'ayatollah continuò a condannare le politiche della monarchia Pahlavi.
Queste posizioni avevano ormai trasformato L’Ayatollah Khomeini in un leader religioso scomodo per l'apparato monarchico che ne decise l’esilio,prima in Turchia, nella città di Bosra dove rimase per 11 mesi, e poi in Iraq, nella città santa di Najaf, dove trascorse 14 anni fino al 1978.
Nel corso degli anni di esilio a Najaf, l'ayatollah si dedicò soprattutto all'insegnamento religioso, sviluppando, tra il 1969 e il 1970, la teoria politica del governo islamico dal volto umano.
Nel 1978 il paese fu attraversato da un'escalation delle proteste contro il regime che cominciò a perdere gradualmente anche l'appoggio degli stati occidentali. E' in questo contesto che Khomeini lasciò l'Iraq per la Francia,andando a vivere in una piccola cittadella ai sobborghi di Parigi, Neauphle le Chateau ,dove l'ayatollah resterà fino al suo ritorno in trionfo a Teheran nel febbraio 1979.
Il primo febbraio del 1979, Khomeini dopo circa 15 anni di esilio rientrò in patria, accompagnato dai suoi fedelissimi e da un gruppo di giornalisti, con un volo Air France. L'ayatollah venne accolto da milioni di iraniani che lo celebrarono, inneggiando slogan rivoluzionari.
L'ayatollah divenne la Guida Suprema della Repubblica Islamica fino al 1989 quando perse la vita a seguito di una malattia.
L’Ayatollah Khomeini affrontò anche la guerra degli otto anni contro l'Iraq di Saddam Hussein e morì pochi mesi dopo aver firmato l'armistizio.
La guerra contro l’Iran, l’embargo e le sanzioni continuano. In Occidente cambiano i governi ma la mentalità è la stessa, la medesima arroganza e prepotenza che non irrita solo gli iraniani ma tutti i popoli della Regione perché il vecchio continente si appiattisce alle posizione americane ed israeliane.
L'Iran "non perdonerà" ai Paesi del Golfo il sostegno ai "complotti" statunitensi contro la Repubblica Islamica” poi aggiunge "Consigliamo ad alcuni Paesi che hanno sostenuto Saddam Hussein e che ora sostengono i complotti americani contro l'Iran di cambiare politica:se tali complotti si materializzassero il popolo iraniano non perdonerà una seconda volta e vi saranno conseguenze per la regione", ha avvertito Larijani alludendo soprattutto ad Arabia Saudita e Kuwait.
L’Arabia Saudita ha affermato che è disposta a compensare gli effetti di un possibile embargo occidentale alle esportazioni petrolifere iraniane, aumentando la propria quota di produzione, atteggiamento che Teheran ha definito "ostile".
E' un Iran'assediato' quello che celebra il 33esimo anniversario della Rivoluzione Islamica,tra le voci di un attacco israeliano nei prossimi mesi contro i siti nucleari e le sanzioni imposte dalla comunità internazionale che si fanno sempre più stringenti.
Il presidenteMahmud Ahmadinejad, in un discorso pronunciato davanti mezzo milione di persone in piazza Azadi a Teheran,ha rilanciato la sfida all'Occidente sul programma nucleare, annunciando l'inaugurazione di importanti progetti nei prossimi giorni, ma il Paese appare in difficoltà sia sul piano interno che in politica estera.
Entro luglio, infatti, entrerà in vigore anche l'embargo all'export petrolifero iraniano imposto dai Paesi europei Ma gli effetti delle sanzioni 'paralizzanti' imposte alla Repubblica Islamica a causa del suo programma nucleare già cominciano a evidenziarsi. Dall’inizio dell’anno, subito dopo l'approvazione a Washington del primo pacchetto di misure restrittive, il valore del Rial è precipitato rispetto al dollaro, spingendo la popolazione a una corsa all'oro e all'acquisto di valute straniere alla quale il governo ha risposto con una serie di misure ad hoc.
Inviato da Anonimo il Lun, 13/02/2012 - 17:10