(Alessandro Aramu) - E' il 18 marzo del 2010, poco più di tre anni fa, quando il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, si reca in visita ufficiale a Damasco. Nessun inquilino del Quirinale fino ad allora aveva visitato la Siria. Soltanto un anno dopo iniziavano le prime dimostrazioni pubbliche, presto trasformatesi in rivolte su scala nazionale, per poi divenire guerra civile nel 2012.
Queste le parole di Napolitano: “Difficile non rimanere colpiti dalla bellezza del Paese e dall’ospitalità del suo popolo”, esordisce il Capo dello Stato durante una cerimonia. Le politiche del presidente Bashar al-Assad vengono descritte dal Presidente della Repubblica italiana con grande entusiasmo: “Esprimo apprezzamento per l’esempio di laicità e apertura che la Siria offre in Medioriente e per la tutela della libertà assicurate alle antiche comunità cristiane qui residenti”.
Per Napolitano la Siria era l’attore protagonista nel processo di pace del Medio Oriente, tanto da sottolineare più di una volta l'amicizia che legava la Siria e l'Italia con apprezzamenti per "la modernizzazione impressa da Assad al proprio Paese".
Al termine di quella visita, il presidente Napolitano nomina il leader siriano cavaliere di gran croce. Lo scorso anno, dietro le pressioni di Stati Uniti e Israele, il capo dello Stato ha ritirato l'onorificenza concessa ad Assad. Non sono note le motivazioni.
La notizia non è certo uno scoop, è ben nota e pubblicata nel recente passato da alcuni, pochi a dire il vero, quotidiani. Una considerazione però è inevitabile: in una fase politica in cui nel nostro paese c'è un governo che non è stato scelto dagli italiani e con un Parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale dalla massima magistratura dello Stato, occorre riflettere sulla definizione di "tiranno" o "dittatore" attribuita con tanta superficialità dai media occidentali ad Assad. La sua elezione a presidente della Siria non solo non è stata mai contestata ma è stata ritenuta da tutti gli organismi internazionali rispondente alla libera volontà del suo popolo. Possiamo dire lo stesso per le nostre cariche istituzionali?
Come ha ricordato recentemente il quotidiano Libero, Napolitano non era il solo a stimare Assad. Anche gli ex presidenti di Camera e Senato, Pierferdinando Casini e Marcello Pera, avevano incontrato Assad in una cena di gala organizzata dal Parlamento Italiano. Scrive il quotidiano milanese: "Pera durante l'incontro con Assad disse: "Sono molto lieto di accoglierla a Palazzo Giustiniani. Lo sono, in maniera particolare, perché Lei è il rappresentante di un popolo amico dell’Italia, mediterraneo come il nostro, che ha alle spalle un’antichissima civiltà. Questo rende più agevole la cooperazione tra le nostre Nazioni, a beneficio della pace e della stabilità del mondo intero. Mi riferisco alla situazione in Medio Oriente dove il suo Paese svolge un ruolo importante nel processo di pace".
IL DISCORSO DI NAPOLITANO A DAMASCO - http://www.quirinale.it/elementi/Continua_0613.aspx?tipo=Discorso&key=1804
IL COMUNICATO STAMPA - http://www.quirinale.it/elementi/Continua_0613.aspx?tipo=Discorso&key=1808
IL PROGRAMMA DELLA VISITA - http://www.quirinale.it/elementi/Continua_0613.aspx?tipo=Visita&key=577
Inviato da Anonimo il Ven, 20/12/2013 - 15:22