Un gruppo di suore è stato rapito intorno alle ore 14.00 di ieri, nel convento di santa Tecla, a Malu’la, un villaggio distante 56 chilometri a nord-est di Damasco, da un gruppo di jihadisti del fronte Al Nusra.
L'attacco arriva dopo le pesanti denunce della deputata Maria Saadeh, che in questi giorni a Roma, ha più volte espresso la propria preoccupazione per la sorte dei cristiani vittime degli attacchi sferrati dagli Jihadisti. La roccaforte della cristianità siriana, era stata già oggetto degli attacchi distruttivi dei ribelli, che si erano accaniti contro la popolazione e contro i simboli religiosi.
Alcune fonti riferiscono che i miliziani sono entrati a Malu’la e attaccato il villaggio aprendo fuoco contro i passanti e compiendo atti di vandalismo. Nonostante la presenza delle milizie cristiane, che hanno tentato di difendere il convento e le persone al suo interno, i terroristi sono riusciti a prendere in ostaggio quattro o cinque delle suore, tra cui la madre Badessa.
L’atto terroristico, definito da alcuno uno degli ultimi colpi di coda dei terroristi che cercano di coprire la ritirata facendo ostaggi, è un episodio che si colloca all’interno di un contesto piu’ ampio: la battaglia che si sta svolgendo a Selqualamon, i cui esiti decideranno chi avrà il controllo del territorio sito sul fianco di una montagna a 1.500 metri d’altezza, posizione che ne fa un luogo strategico per il controllo dell’intera area.
Gli autori, il fronte Al Nusra, è un gruppo terroristico associato ad AlQaeda ed operante in Siria. Formatosi nel 2012 è conosciuto per essere una delle piu’ aggressive forze ribelli e crudeli tagliatori di teste, preparati alla guerriglia nelle sue varie forme e vicini all’ISIS, gruppo terroristico attivo in Iraq e Siria.
L’aggressione non va a colpire solamente un punto strategico dell’area, ma anche un luogo simbolo di una Siria interculturale. Malu’la è infatti un piccolo villaggio di 2000 abitanti, uno degli unici tre villaggi del paese in cui ancora si fa uso del dialetto neo-aramaico occidentale, nonché meta di pellegrinaggio e sede di due importanti monasteri cristiani, Mar Sarkis e Mar Taqla. Quest’ultimo, obiettivo dell’agguato, è legato alla storia della tradizione cristiana di Tecla, discepola di San Paolo, della quale sono conservate le reliquie. La storia vuole che Tecla stesse per essere catturata dai soldati di suo padre, desideroso di punirla per la sua fede cristiana, quando giunse sulla cima di una montagna: dopo aver iniziato a pregare, Tecla riuscì a salvarsi poiché la montagna si aprì miracolosamente, permettendole di rifugiarvisi al suo interno.
E’ nelle stesse montagne di cui narra la leggenda che continuano ad agire oggi i combattenti del fronte Al-Nusra, mostrando con questo ultimo attacco l’intenzione di ave rapporti di conquistarsi un peso importante nei rapporto di forza all’interno della regione.
Inviato da Anonimo il Mar, 03/12/2013 - 18:04