Ripercussioni gravi. Pensare a esilio Assad o deferimento a Cpi
26 AGOSTO, 17:58
Siria: Bonino,dopo 21 agosto 700 morti bombardamenti ++
(ANSAmed) - ROMA, 26 AGO - ''Un intervento militare in Siria senza la copertura del Consiglio di sicurezza dell'Onu non è praticabile''. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Emma Bonino a Radio Radicale, invitando a considerare quale potrebbe essere la reazione di Russia e Iran.
"Dovremmo evitare di rendere mondiale un dramma che è internazionale - ha aggiunto -. E anche l'opzione '1' di un intervento 'limitato' rischia di diventare illimitato". Prima di assumere qualunque iniziativa in Siria bisogna dunque "pensarci mille volte", secondo la titolare della Farnesina, perché le "ripercussioni potrebbero essere drammatiche".
Con una posizione "unanime" nel Consiglio di sicurezza dell'Onu "si potrebbero percorrere strade non necessariamente militari" in Siria, come ad esempio il "deferimento" di Assad "alla Corte penale internazionale".
Una campagna internazionale per l'esilio del presidente siriano Bashar al Assad - ha detto ancora Bonino - o il suo deferimento alla Corte penale internazionale "potrebbero evitare l'intervento militare" e lo spargimento di altro sangue.
Emma Bonino è un esponente storica dei Radicali italiani, che a suo tempo avevano sostenuto la strada dell'esilio di Saddam Hussein come strada per evitare la guerra in Iraq.
Quanto alla possibilità che le forze di Assad abbiano fatto uso di armi chimiche, la ministra ha detto di sperare che gli alleati "condividano le informazioni" in materia, perché le iniziative da prendere "hanno implicazioni tali che si spera di non ripetere posizioni di altri tempi per lo meno dubbie". L'uso di armi chimiche e' "abbastanza assodato", ha detto la ministra, che ha spiegato che le aspettative sull'ispezione Onu sul posto dell'attacco chimico sono "prove indirette, perché nulla è più volatile del gas" e perché le prove dirette possono essere state inquinate da un bombardamenti governativo, che dopo il presunto attacco chimico del 21 agosto ''ha fatto 700 morti''.
Non è un segreto, ha poi osservato, che nell'amministrazione Usa il più restio a un intervento in Siria sia il Pentagono: una resistenza non per ragioni ideologiche, ma dettate dalla complessità sul terreno e nella regione che hanno di fronte". Qualunque Paese che "dice di avere prove certe" sull'uso di armi chimiche da parte di Assad dovrebbe metterle a disposizione in "luoghi deputati all'esame e alla condivisione, con il consiglio di sicurezza dell'Onu", ha ribadito, riferendosi alle "dichiarazioni perentorie" pronunciate da "Gran Bretagna, Francia, alcuni negli Stati Uniti e Israele".
la crisi siriana sarà al centro di un incontro tra il premier Enrico Letta, il ministro degli Esteri Emma Bonino ed il ministro della Difesa Mario Mauro, stasera al termine del Consiglio dei ministri. (ANSAmed).
Inviato da Anonimo il Lun, 26/08/2013 - 16:01