Intervista alla tv siriana, i media italiani raccontano un’altra guerra


foto-6 foto-7Dura condanna della disposizione europea che taccia Hezbollah di terrorismo

E’ stata una giornata intensa quella di oggi nella capitale siriana, importanti incontri con i media, utili a definire il ruolo di Assadakah e ribadire il nostro impegno per diffondere l’oggettiva evidenza dei fatti di una guerra che oltre ad avere dei nemici schierati sui campi di battaglia, continua ad avere un’occulta regia che dal caldo dei propri palazzi tenta di decretare le sorti di un paese.
La mia intervista dura 45 minuti, le domande si susseguono, sottolineo ancora una volta, e non mi stancherò di farlo, il ruolo fondamentale dei media italiani, colpevoli di veicolare in maniera distorta questo conflitto.
Ho evidenziato come nel libro inchiesta “Syria. Quello che i media non dicono” emerga chiaramente come i media internazionali abbiano deciso fin dalle prime fasi di questo conflitto da quale parte schierarsi, impossibile pensare che vi sia stata da parte dei giornalisti una valutazione sommaria delle primavere arabe,  non è realistico dedurre che abbiano voluto assimilare la realtà siriana a quella tunisina, libica, egiziane; c’è molto di più, c’è il tentativo neanche troppo velato, di sostenere i poteri e le lobbies che questa guerra hanno voluto, c’è la tendenza a non svegliare il cane che dorme, sopratutto se questo è una superpotenza o un paese medio-orientale dotato di un ingente contingente  d’armi e un immenso potere economico. Ancora una volta ho espresso la mia solidarietà nei confronti di Hezbollah, condannando la recente decisione dell’UE. Una giornata in cui si è fatta chiarezza, e sopratutto si è dimostrata la grande solidarietà di Assadakah nei confronti di questo grande Paese.

Raimondo Schiavone

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