Damasco. Durante la sera la temperatura si abbassa, nonostante sia venerdì, giorno di festa i damasceni affollano le strade del centro della città'. Non sembra proprio che ci sia la guerra, i cannoni si sentono, ma la gente sembra non accorgersene come volesse esorcizzare il conflitto in corso. Certo si percepisce la forte discrasia fra l'attenzione che le autorità' locali manifestano per gli accadimenti internazionali e la distanza delle persone comuni rispetto a quanto accade. L'attenzione degli esponenti politici per quanto accade in Europa in Egitto, Tunisia è quasi spasmodica, come se da questi accadimenti potesse cambiare il destino della Siria. Ed in parte hanno ragione, l'indebolimento dei Fratelli Mussulmani in Egitto e Tunisia, la loro inaffidabilità' politica e di governo fanno sperare in Siria ad un cambio di posizione dell'Occidente rispetto ai rapporti di forza fra le varie fazioni musulmane. Allo stesso tempo la decisione dell'UE rispetto ad Hezbollah, grande alleato della Siria, preoccupa, in ragione della possibile legittimazione di un attacco Israeliano, di fatto autorizzato dalla individuazione di Hezbollah quale movimento terroristico. Intanto si continua a registrare la forte divisione fra i più di 100 gruppi che rappresentano l'opposizione al governo siriano del Presidente Bashar al Assad. Divisioni che ormai sono sfociate in una guerra fra bande che indebolisce l'opposizione. I Curdi ormai paiono intenzionati a cacciare i membri di Al Nusra dal nord con l’intenzione di costituire un territorio autonomo all'interno dello stato siriano. Fatto che preoccupa notevolmente il governo di Erdogan che si troverebbe uno stato curdo al suo confine. L'arrivo delle milizie talebane dall'Afghanistan ha accresciuto la preoccupazione dei laici e dei cristiani che auspicano una definitiva cacciata dei miliziani integralisti. In tutto questo contesto la notte avanza, i cannoni non smettono di sparare ed i siriani di Damasco continuano imperterriti la loro vita normale, ma forse in cuor loro aspettano solo che questo brutto incubo termini e che la normalità' torni a regnare, nella consapevolezza che non tornerà' mai la Siria di ieri e che i destini di quella di domani sono nelle mani delle diplomazie internazionali e non certo nelle loro.
Raimondo Schiavone
Inviato da Anonimo il Sab, 27/07/2013 - 09:57