Beirut 24 luglio 2013
Errori politici e strategici l’Occidente nell’ultimo decennio ne ha davvero compiuti tanti in particolare rispetto alla valutazione degli accadimenti Medio Orientali, ma l’ultimo atto dell’Unione Europea, che ha considerato il Partito di Hezbollah una forza terroristica, è proprio il culmine dell’insipienza politica.
Se, poteva apparire un’errata valutazione la complicità manifestata dall’Europa, durante e dopo le “Primavere arabe”, nei confronti dei Fratelli Mussulmani che hanno palesato la propria incapacità di governare e gestire i processi di transizione democratica nei paesi coinvolti, il caso egiziano ne è l’emblema.
Se, è parso maldestro il tentativo di rovesciare il Governo legittimo siriano ed il suo Presidente Bashar Al Assad, avvalendosi del supporto delle monarchie del Golfo e della manovalanza dell’integralismo islamico più profondo ed estremo, tentativo poi sfociato nella débâcle più clamorosa dell’Occidente e che ha determinato la frattura con la Russia di Putin ed il rafforzamento del Governo in carica, facendo pagare alla popolazione civile un prezzo altissimo, in termini di vite umane.
Se, si è dimostrata catastrofica nel suo complesso, tutta la gestione della vicenda irachena, che condotto sì alla caduta di Saddam Hussein, ma ha avuto come epilogo la creazione di un nuovo stato alleato dell’Iran e la creazione di uno Governo instabile dove ancora oggi gli attentati sono all’ordine del giorno e dove si addestrano le truppe di quel terrorismo mussulmano integralista, che tanta paura fa agli occidentali.
La condanna di Hezbollah mascherata da condanna della sua ala militare non potrà che essere un boomerang enorme in particolare per la vicina Europa.
Fino ieri esisteva un cuscinetto politico istituzionale che favoriva il mantenimento della pace al confine tra Libano e Israele, grazie anche alla presenza della forza di interposizione internazionale. Quei militari, fra i quali 1200 italiani, convivevano e convivono fianco a fianco con chi quel territorio governa, con quella popolazione che ha voluto a suon di voti che il Partito di Dio andasse al Governo del Paese, con quei sindaci che quotidianamente dialogano con i contingenti militari, con quel movimento politico che ha costruito una stabile alleanza con i componenti delle altre confessioni religiose, presenti nell’area ed in particolare i cristiano- maroniti.
Oggi tutto è stato messo in discussione, le certezze del passato si sgretolano di fronte al provvedimento che considera Hezbollah una forza terroristica al pari di Al Quaeda, una decisione che riporta il Libano nel buio. Hezbollah è una forza di Governo, ha dei ministri nell’esecutivo libanese, ministri con i quali l’UE ha stipulato accordi di cooperazione, che partecipano alle riunioni della FAO, che frequentano le sedi istituzionali europee.
Si interrompe un dialogo, si chiude la porta in faccia ad un Paese che per decenni è stato una delle principali vie di accesso della cultura occidentale verso il Medio Oriente. Il Paese di tanti uomini d’ affari, dell’espressione palese e democratica del multi-confessionalismo, il luogo nel quale, nonostante le guerre, si concentra una grossa forza del sistema bancario di quell’area. Si è spezzato un filo. Ora il Libano è attraversato da una profonda crisi, causata dagli accadimenti siriani e dalle contrapposizioni interne dovute anch’esse alla tremenda guerra in Siria, che ha fatto piovere in Libano più di un milione di profughi.
Una contrapposizione interna voluta e favorita anch’essa dai Paesi del Golfo in particolare dall’Arabia Saudita e dal Qatar che continuano ad usare il proprio potere economico finanziario, che scaturisce dai giacimenti di petrolio, al solo fine di costruire una egemonia sunnita nei Paesi del Middle East.
Non sarà facile spiegare ai cittadini libanesi i motivi di una scelta politica che etichetta come terrorista un intero Paese, che pone fuori del dialogo internazionale una delle sue principali forze politiche ed istituzionali del Libano, che porrà ovvie e dannose limitazioni alla circolazione dei cittadini libanesi da e per il piccolo Paese dei Cedri.
Consci di questo dobbiamo per l’ennesima volta render grazie ai paesi “canaglia” come Inghilterra e Francia, ai mandanti americani e alle pressioni delle lobbies sioniste che hanno voluto e imposto alla comunità internazionale questo atto scellerato e irragionevole. E l’Italia per l’ennesima volta è rimasta a guardare, facendo balbettare alla Ministra degli Esteri Emma Bonino una presunta differenza tra l’ala politica e l’ala militare di Hezbollah. Differenza che non esiste nei fatti, se si conosce realmente che cosa sia il Partito di Dio, cosa ha rappresentato per il popolo libanese, Partito che è fautore di un processo di democratizzazione riabilitazione del popolo stesso nel contesto internazionale, dopo decenni di guerre e contrapposizioni interne. Se si sapesse che l’ala militare di Hezbollah non è altro che la massa di cittadini che lo sostengono che son ancora disposti a immolarsi per la libertà del proprio Paese. Cosa diremo ai nostri militari che vivono nel sud del Libano e che non saranno più accolti con una tazza di tè caldo ed un sorriso nella case dei cittadini di quella regione. Un altro smacco alla democrazia, un altro errore dell’Occidente sempre più allo sbando e sempre di più governato da piccoli uomini, ignoranti e in malafede.
Raimondo Schiavone
Inviato da Anonimo il Mer, 24/07/2013 - 16:47