Come si fa a chiamare golpe quello egiziano, quando le Forze Armate Egiziane si sono schierate con 22 milioni di manifestanti, che rifiutano l’Islamizzazione forzata di un Paese simbolo della tolleranza e della convivenza interconfessionale. In un anno di governo dei Fratelli Musulmani sono stati violati buona parte dei diritti dei cittadini, dalla soppressione della libertà di stampa alla legittimazione dell’uccisione dei dissidenti . Accanto alle repressioni un’intensa attività propagandistica coadiuvata dalla nascita di emittenti televisive di chiara impronta religiosa, che chiamano alla Jihad contro cristiani, armeni, sciiti e sunniti che non condividono la linea salafita oscurantista. Sono più convinto che mai, che l’Occidente faccia solo gli interessi delle multinazionali, sacrificando i cristiani d’Oriente. Dopo aver destituito il presidente Mohammed Morsi, il 3 Giugno, il Ministero degli Interni ha preso il controllo di tutti i media di Stato e ha oscurato tutte le televisioni gestite dai Fratelli musulmani. Le forze di sicurezza hanno anche fatto irruzione nello studio di al-Jazeera Misr Mubasher e hanno arrestato lo staff che da un anno non fa altro che dar voce ai religiosi che diffondono odio e discordia. L’Egitto è il cuore battente del Mondo Arabo composto da Cristiani e Musulmani. La destituzione del presidente egiziano, Mohamed Morsi, non è un golpe ma un successo della straordinaria volontà della democrazia egiziana. Non è per niente un colpo di Stato militare quanto avvenuto al Cairo, si tratta, al contrario della vittoria delle piazze, un successo popolare, un riflesso della società egiziana, dei suoi intellettuali, dei ceti che rifiutano che la Repubblica Araba d’Egitto diventi un Emirato del medioevo. I militari hanno garantito la stabilità per 70 anni, senza detenere il potere. Il cambio di rotta egiziano avrà conseguenze in tutto il Mediooriente, l’Egitto di Morsi è infatti, il pilastro fondamentale dell’Islamizzazione della Regione. L'esperimento di governo dei Fratelli musulmani é fallito perché è in contraddizione con la natura del popolo, perché si tratta di un progetto ipocrita che mira a dividere il mondo arabo; lo ha detto il presidente siriano Bashar al Assad. In un'intervista ripresa stamane dai quotidiani governativi siriani, il residente Bashar al Assad afferma: "Gli egiziani non possono continuare ad essere presi in giro, perché sono portatori di una civiltà che ha migliaia di anni e sono forti di un pensiero nazionalista panarabo chiaro".
Inviato da Anonimo il Gio, 04/07/2013 - 15:41