Emiro del Qatar abdica in favore del figlio. Una monarchia ereditaria che pretende di esportare democrazia


emiroE’ di oggi la notizia diramata dall’emittente araba Al Jazeera per la quale l’emiro del Qatar abdicherebbe in favore del figlio trentenne. All’origine della decisione vi sarebbe l’esigenza da parte della monarchia del piccolo stato di rinnovare la leadership politica e dare linfa vitale al governo grazie all’apporto delle nuove generazioni.

Educato in Gran Bretagna e il principe ereditario, Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani,  già comandante in capo congiunto delle forze armate e guida del comitato olimpico incaricato anche dell'organizzazione dei Mondiali del 2022 in Qatar, acquisirebbe il titolo di primo ministro o di vero e proprio sovrano.

Quel che è certo e che questo non comporterà l’esautorazione del padre, che continuerà di fatto a governare dietro le quinte; si tratta di una decisione che la dice lunga sul “tasso di democrazia” vigente in Qatar.

Il piccolo stato grazie alla sua ingente forza economica, sostiene da tempo i gruppi di ribelli anti -Assad in nome della democrazia e malgrado mantenga buoni rapporti con Israele, appoggia Hamas a Gaza, di cui ospita nella capitale il leader politico, Khaled Meshaal. Un quadro che delinea l’esigenza di tutelare i propri interessi piuttosto che le libertà dei popoli oppressi, così come non appare in linea con i principi di rappresentatività del popoli, il fatto che il governo del Paese si regga ancora su una forma di governo atavica quale è appunto la monarchia ereditaria. Prima di “esportare” democrazia in casa d’altri bisognerebbe assicurarsi che questa sia correttamente praticata in casa propria.