Bruxelles, 27 mag. - (Adnkronos) - Evitare che i veti incrociati tra i Paesi facciano cadere l’intera struttura dell’embargo contro la Siria, che deve essere rinnovato entro la mezzanotte del 31 maggio. E’ questa la posizione dell’Italia, espressa al suo arrivo alla riunione dei ministri degli Esteri dell’UE dalla titolare della Farnesina Emma Bonino. “Non so” come finirà la discussione di oggi sul tema dell’embargo alle armi, “quello che so - ha detto - è che dobbiamo evitare che posizioni così divergenti da essere inconciliabili abbiano come risultato la caduta totale dell’intera struttura dell’embargo”.
Riportiamo dal sito Ora pro Siria questa drammatica riflessione, che ci interroga tutti
Ho letto con interesse, ma anche con costernazione, la dichiarazione pubblicata dall’Agenzia Adnkronos circa la dichiarazione fatta dal responsabile della politica estera dell’Italia, circa la conferma dell’embargo contro la Siria.
La prima domanda che mi pongo e pongo a chi ha fatto quella affermazione è: Cosa si intende per Siria oggi? Il legittimo governo che s’è dato il popolo siriano? oppure: la masnada di guerriglieri fanatici che - in nome dell’Islam - si son dati appuntamento sul territorio siriano?
Se si vuole intendere la Siria con il suo legittimo governo, mi permetto di dissociarmi: in quanto cittadino italiano ed in quanto individuo libero e cosciente di una situazione distruttiva del Paese, non voluta né da chi lo dirige e tanto meno dal popolo. So per certo che fino alla metà di marzo dell’anno 2011 la Siria ed i siriani vivevano in pace, godevano non solo di libertà, controllata se si vuole, ma ognuno era pur sempre libero di muoversi come voleva. Oggi dov’è questa libertà? Oggi si vive nel terrore.
Ho avuto la fortuna di vivere in quella terra benedetta da Dio per parecchi anni. Posso assicurare che in nessun paese di tutto lo scacchiere Mediorientale ci fosse tanta libertà. Nelle città la gente circolava per strada liberamente e senza alcuna paura fino alle ore piccole della notte. Ho avuto modo di ospitare a varie riprese in diversi anni amici venuti dall’Italia: con questi si usciva, soprattutto di estate, a partire dalle ore 11,30 di notte e si usciva a piedi, si rientrava dopo un’ora od un’ora e mezza tranquillamente. Più di una di questi miei ospiti, venuto con il preconcetto che la Siria fosse un paese canaglia, s’è ricreduto; non solo, ma s’è espresso in questi termini per descrivere la situazione di libertà e sicurezza che, malgrado le idee con cui era venuto, non s’è vergognato di ammettere, dicendo: “E’ un delitto che i nostri governanti ed il mondo intero vogliono far passare la Siria per un paese canaglia”.
Nella seconda metà di marzo 2011 scoppia la così detta “primavera araba” pure in Siria. Il mondo occidentale applaude, come ha fatto per gli altri Paesi dell’area. Il mondo occidentale non s’è reso conto che dietro tutta quella macchina primaverile vi erano Stati del Golfo interessati a far cadere il Governo ed il suo Capo: e non perché fosse dittatore, ma perché si vedevano veramente minacciati nelle loro Istituzioni.
L’Occidente è caduto nella trappola, è stato irretito ed ha appoggiato queste manovre, anche perché se non lo avesse fatto si sarebbero potuti chiudere i pozzi dell’oro nero di cui l’Occidente ha tanto bisogno. Non ha riflettuto che si volevano attirare le attenzioni sulla Siria, che stava guadagnando terreno attraverso le aperture democratiche e di libertà concesse al proprio popolo, alle spese dei veri dittatori sempre al potere di altri Paesi dell’area.
Così si è iniziato pagando facinorosi perché scendessero in piazza a gridare contro il governo (ogni individuo che gridava “abbasso il regime” era pagato $ 10 e se con sé ne portava altri 5 - 6 - 10 percepiva altri $10 a testa. Questo sistema era diventato un business vero e proprio... Un individuo poteva così guadagnare in una sola ora 150 - 200 dollari americani, circa lo stipendio di un mese. Chi legge faccia le sue considerazioni).
Si chiedeva al Governo di togliere lo stato di “Emergenza”. In realtà questo stato di “Emergenza” non esisteva più da anni. Altrimenti come si può spiegare la libertà di cui godeva il popolo? Come si può spiegare, ad esempio, il fatto che la gente usciva per strada e si ritrovava nei caffè, nei bar, nelle gelaterie fino all’una o le due di notte?
Ormai s’era aperta una strada e bisognava percorrerla fino in fondo. Si doveva trovare un “capro espiatorio” e l’Occidente pur di aver il petrolio l’ha designato, e continua a perseguirlo.
L’occidente organizza “meetings” ed altro, in favore del povero popolo siriano ed invita a parteciparvi gente che non rappresenta il popolo, come è successo a Roma il 28 febbraio 2013: in occasioni del genere si arriva con i portafogli pieni e si riversano “aiuti” nelle mani o nelle sacche di chi?... di chi dovrebbe dare la pace e la tranquillità ai siriani. I soldi vengono dati usando l’eufemismo “aiuti strategici”. Che dicano chiaramente: “PER COMPERARE ARMI”. Che dicano finalmente cosa stanno facendo e cosa intendono fare della Siria.
Oggi si parla di confermare l’embargo e i soldi dati alle masnade di rivoltosi, venuti dal mondo intero, chi li blocca?
Questi Signori della Guerra, perché altro non sono, si sono mai posto la questione: là dove abbiamo aiutato un gruppo di facinorosi (in tutti i Paesi del mondo ve ne sono, come in tutti i Paesi del mondo vi sono i malcontenti) a sollevarsi ed hanno raggiunto, col nostro aiuto, il potere, hanno poi portato la libertà? la democrazia? Questi commercianti di guerra hanno mai riflettuto se in Tunisia, in Libia, in Egitto s’è instaurato il regime di libertà che loro avevano auspicato e per cui avevano gettato soldi portandoli via dalle casse della loro Nazione? Questi signori della guerra hanno diritto di vuotare le casse del proprio Paese per portare guerra e disordine in un Paese in cui non sono stati chiamati?
La storia delle rivoluzioni e delle guerre in Medio Oriente inizia con la guerra all’Iraq. Guerra fatta per detronizzare un dittatore che ha bluffato il mondo intero minacciandolo di possedere armi chimiche di distruzione di massa. L’Iraq è stato distrutto, il dittatore è stato detronizzato, processato ed ucciso, ma di armi chimiche neppure l’odore. Fu ammesso, e da chi aveva dichiarato quella guerra, rifiutando di ascoltare la voce del Beato Giovanni Paolo II.
Una domanda sorge spontanea: in tutta quella storia, dove era l’ONU? Oggi l’ONU è sempre presente a gridare che in Siria il numero dei morti ha raggiunto questo numero,... quasi a volerli attribuire tutti all’esercito regolare. Come se i cosiddetti oppositori sparassero cioccolato o ciliegie. Già, perché gli oppositori - con i soldi che forniscono loro i Signori della Guerra - comperano armi giocattolo...
Ma l’ONU ci ha mai detto dove sono finiti più di un milione di Irakeni, morti per una guerra assurda? Gli Irakeni morti durante quella guerra, e quelli che muoiono ancora oggi per tutti gli attentati perpetrati dai terroristi, cosa sono per l’ONU? animali da macello soltanto? O all’ONU, visto il proprio comportamento assunto con la guerra in Irak, oggi sorgono gli scrupoli di coscienza, e conta i morti siriani?
Chiudo queste mie considerazioni con qualche domanda che rivolgo a coloro che vogliono l’embargo chiaramente unilaterale, per poter poi armare come vogliono i ribelli:
“se mai avete una coscienza riflettete a quanto avete fatto fino ad oggi ed a quanto state per perpetrare”. In Siria si sta distruggendo un popolo, una delle civiltà più antiche del mondo, tutto ciò chi l’ha permesso? Che fine hanno fatto i due sacerdoti ed i due vescovi rapiti ad Aleppo, i primi lo scorso gennaio ed i secondi lo scorso 22 aprile? Ma questi non sono i soli. Ve ne sono tanti altri che non sono mai tornati a casa...
La Siria ha soltanto bisogno di pace: se si vuole il bene di un popolo, di un Paese, si devono escogitare modi e maniere per aiutarlo e, se nel caso si dovesse ritenere che chi lo governa dovrà cambiare qualcosa, lo si deve aiutare, ma mai imporre ad un Capo di Stato: “devi fare questo o quello soltanto così sarai nostro amico”.
Soprattutto...
Soprattutto si deve capire che mai si può imporre ad un Capo di Stato di quella regione: devi andare in esilio, devi lasciare il potere, te ne devi andare. Ci si deve sforzare di comprendere la loro psicologia e questo lo si potrà capire vivendo con loro e tra loro, per anni ed anni...
L’Osservatore Siriano da Aleppo
Inviato da Anonimo il Mer, 29/05/2013 - 07:57