Siria, la guerra contagia il Libano. Uccisa giornalista della tv di Stato


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Dopo le promesse del leader di Hezbollah Nasrallah di combattere a fianco delle truppe siriane, un razzo ha colpito un quartiere di Beirut, roccaforte del movimento sciita libanese che ha anche perso 22 combattenti a Qusayr in Siria. Intanto continuano gli scontri a Tripoli tra sunniti (antisiriani) e alawiti (filosiriani)

Siria, Ue divisa: armi a ribelli ma non subito
TAG siria, libano, Hezbollah, Hassan Nasrallah BEIRUT - La guerra siriana si allarga verso il Libano: alcuni razzi hanno colpito i quartieri meridionali di Beirut controllati dal movimento sciita Hezbollah. E in Siria una giornalista della tv di Stato siriana 'Al-Ikhbariya' è stata uccisa nel corso dei combattimenti a Qusayr, dove da giorni infuriano gli scontri tra i ribelli e le forze governative appoggiate dai miliziani di Hezbollah. Lo ha riferito la stessa emittente di Damasco che accusa dell'omicidio della reporter i "terroristi", termine con cui gli organi di stampa del regime indicano i ribelli. "Il ministero dell'Informazione annuncia che la collega Yara Abbas si aggiunge alle lista dei martiri, uccisa dai terroristi vicino all'aeroporto di Dabaa", a nord di Qusayr, ha annunciato 'Al-Ikhbariya'.

L'estensione del conflitto verso il Libano segnala un'escalation allarmante. Secondo quanto riferito da fonti della sicurezza libanese, un razzo ha colpito il quartiere della capitale Mar Mikhael, ferendo almeno quattro persone. Un secondo razzo ha colpito la zona di Maroun Misk, ferendo una persona. Secondo il ministro dell'Interno Marwan Charbel, si tratta di un tentativo di "destabilizzare la sicurezza interna in Libano". Tra i feriti, secondo quanto riferito da fonti mediche, vi sarebbero tre lavoratori siriani. L'attacco giunge all'indomani dell'annuncio del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah,

che ha promesso di continuare a combattere a fianco delle truppe siriane contro i ribelli nella zona di al-Kussair, vicino al confine con il Libano.

Nel corso dei combattimenti presso Qusayr, ventidue combattenti di Hezbollah sono rimasti uccisi. I combattimenti, ha spiegato una fonte, si stanno concentrando all'interno dell'aeroporto locale, dopo che le forze del regime sono riuscite a rompere le linee di difesa dei ribelli. Secondo la fonte, il movimento di Hezbollah ha lasciato finora sul terreno 110 combattenti, gran parte dei quali sono caduti nei dintorni di Qusayr.

A Tripoli invece un uomo di 65 anni è stato ucciso, portando a 31 il bilancio dei morti in una settimana di scontri fra sunniti e alawiti in Libano. Lo riferisce una fonte della Sicurezza libanese. In totale, 212 persone sono state ferite negli scontri fra gli abitanti del quartiere sunnita di Bab el-Tebbaneh, che sostengono i ribelli siriani, a quelli della setta degli alawiti (di origine sciita) di Jabal Mohsen, che sostengono il regime di Damasco.

Intanto, la diplomazia internazionale accelera sulla questione dell'embargo sulle armi in Siria. E nel pomeriggio i ministri degli esteri dell'Unione europea si riuniranno a Bruxelles. Gran Bretagna e Francia premono per una revoca dell'embargo solo in favore dei ribelli. Sarebbe il modo, ha sottolineato il ministro degli Esteri britannico, William Hague, di lanciare un segnale preciso a Bashar al-Assad. "Bisogna lavorare velocemente all'ipotesi di un allentamento dell'embargo con la fornitura di armi all'opposizione, ma solo con precisi criteri e garanzie", ha detto il ministro degli Esteri, Emma Bonino. Ma alcuni paesi - tra cui Austria, Repubblica Ceca, Paesi Bassi e Svezia - si oppongono per paura che le armi finiscano nelle mani di gruppi islamici estremisti come Jabhat al-Nusra.

Un nuovo appello all'Unione europea arriva anche dalla coalizione nazionale dell'opposizione siriana. "La popolazione continua a chiedere armi per proteggersi, soprattutto per proteggersi. Io spero, prego, che i ministri che si riuniscono oggi a bruxelles comprendano questo", ha dichiarato un portavoce della coalizione, Khaled al Saleh.

Il portavoce ha spiegato che ieri "il regime ha utilizzato armi chimiche in numerose città". "Avanza a Qusayr e nella periferia di Damasco. Siamo alla vigilia di un disastro", ha aggiunto. "È responsabilità dell'unione europea prendere una decisione. E' il momento della verità che noi attendiamo da mesi. Dimenticate gli uomini politici, pensate ai siriani", ha proseguito il funzionario della coalizione delle opposizioni.