SASSARI. Passeggiare sulla terra di Sabra e Chatila, Libano, trent’anni dopo il massacro del settembre 1982, è stato un tuffo nel passato, certo. Ma è servito anche a cercare risposte sul Medio Oriente in fiamme, oggi quasi come allora. È sulla direttrice Siria-Libano che si sono mossi due giornalisti sardi entrati nel cuore della resistenza araba, vista dai versanti di Paesi indissolubilmente uniti dalla Storia. Da quelle prospettive, Raimondo Schiavone e Alessandro Aramu raccontano l’altra faccia della medaglia, nei libri “Siria. Quello che i media non dicono” e “Lebanon. Reportage nel cuore della resistenza libanese”, che saranno presentati oggi nell’aula Eleonora d’Arborea dell’Università alle 17.30 dagli autori, con l’introduzione del rettore Attilio Masino e la presentazione di Elena Laudante. Il primo lavoro, firmato da Schiavone, ruota anche attorno all’uomo oggi nel mirino dell’Occidente: Bashar al-Assad, presidente siriano che Schiavone intervistato nel corso di un incontro a Damasco, mentre nel resto del Paese imperversava la battaglia. Come spesso accade in terra araba, quell’incontro era stato improvviso, deciso la sera per la mattina, durante il viaggio che il giornalista aveva organizzato quale segretario generale di una associazione che vuole fare da ponte tra Italia e Mondo arabo, Assadakah. Racconta il conflitto visto anche dagli occhi di Assad, il giornalista di origini ogliastrine e cagliaritano d’adozione. Ma quell’incontro certamente importante è solo l’inizio di un percorso che ci porta tra le pieghe affascinanti delle minoranze religiose, come quella cristiana. Nella terra della conversione di Paolo da Tarso, siro-ortodossi e melkiti si ritengono quasi ostaggio di una insurrezione iniziata come “Primavera Araba”, poi imbastardita da infiltrazioni integraliste. Schiavone dà loro voce. E attraverso i loro racconti si ascolta l’urlo di una parte della Siria, forse minoritaria, forse no, che rimpiange il passato dello Stato con le minoranze al potere, come dimostra l’appartenenza di Assad al clan alawuita, setta interna alla minoranza sciita. Prosecuzione ideale di questo itinerario è il libro curato da Aramu sul Libano, nato dal lavoro collettivo: 12 giornalisti di nazionalità ed esperienze diverse, che nel maggio 2012 erano stati “ospiti” di un padrone di casa d’eccezione: Hezbollah. Chi pensa a terroristi mitra in mano, si sbaglia. Aramu e colleghi ci raccontano di scuole, ospedali e strategie politiche. Di come il Partito di Dio rappresenti il vero welfare del Paese dei Cedri. Ferito allora da Sabra e Chatila. Oggi schiacciato tra Siria e resto del mondo. (e.l.)
La Nuova Sardegna
16 maggio 2013
Inviato da Anonimo il Gio, 16/05/2013 - 09:34