Beirut. Imminente soluzione della crisi siriana, l'Europa sta a guardare


assad460di Raimondo Schiavone

Beirut. Da qui l’osservazione delle vicende siriane assume, al solito, contorni più netti. Fatti e dinamiche politiche si colgono con più lucidità e le notizie non subiscono le distorsioni alle quali i media ci hanno abituati in questi mesi. Ormai è risaputo quante siano le ripercussioni che le vicende siriane esercitano sul Paese dei cedri, la linea di confine che separa queste due realtà è molto sottile, sia sotto il profilo strettamente geografico che dal punto di vista politico. Gli attacchi terroristici degli ultimi giorni a Damasco, sono parsi in Libano espressione della precisa volontà di alzare  la posta in gioco, nella ormai imminente trattativa fra il governo di Assad ed i suoi oppositori. Come del resto appaiono solo intimidatori i messaggi di John Kerry in merito all'invio di aiuti logistici ai ribelli; la verità è che la vicenda siriana si sta per concludere con il fallimento del tentativo di cacciare il Presidente Assad e con una imminente azione di mediazione. Si sarebbero potute evitare molte vittime se l'insipienza dei politici occidentali non avesse portato a due anni di battaglie e attentati e se non si fosse consentito ad Arabia Saudita e Qatar di foraggiare con armi e soldi i terroristi jihadisti L'accordo fra USA e Russia appare ormai prossimo e come al solito l’Europa sta a guardare, mentre l'Italia, sembra non essere stata informata delle novità in politica estera, ed il suo prossimo ex ministro degli esteri Terzi è del tutto ignaro del fatto che l'accordo sia ormai imminente. Terzi come l'ultimo soldato giapponese continua a stare in trincea a combattere una guerra solitaria, magari fra poco qualcuno lo avviserà. Ma, tornando a quel che si dice in Libano, le frontiere con la Siria in questi giorni brulicano di persone che entrano ed escono, le comunicazioni non si erano mai interrotte, ma in queste ore sono aumentate notevolmente. È persino ricominciata la corsa ai visti da parte di giornalisti stranieri, persino italiani, ora tutti vogliono andare in Siria, come se volessero benedire questo accordo. Ieri tutti a sparare a colpi di penna contro Assad, la penna di al Jazeera ed al Arabia, oggi tutti a voler testimoniare il fallimento delle politiche ottuse dei vari Hollande, Obama e Merkel. Del resto alcuni giorni fa proprio la Merkel era andata ad avvisare il suo alleato turco, il Fratello Mussulmano Erdogan, di allentare la morsa intimandogli la necessità di chiudere la vicenda siriana.

Anche negli ambienti del partito di Dio, Hezbollah, ormai emerge che la vicenda siriana è destinata a trovare soluzione e che ora il lavoro da fare sarà quello di ricostruire relazioni. Quanto ai tafferugli tanto sbandierati in Europa fra milizie jihadiste e militari di Hezbollah, da qui è ancor più chiaro come si sia trattato di semplici schermaglie e nulla di più, ma si sa, che un colpo di fucile in Medio Oriente diventa una carneficina in Europa. Girando per le strade della periferia sud di Beirut l'unico incontro particolare è quello con un pazzo salafita di Sidone, che sponsorizzato dai Paesi del golfo fra propaganda filo jihadista contro Assad ed i suoi sostenitori qui in Libano. Ma questo è folclore.