di Michele Giorgio
Roma, 5 febbraio 2013, Nena News - I cacciabombardieri israeliani continuano ad entrare e a uscire - anche ieri - dallo spazio aereo libanese. E la principale agenzia di stampa italiana definisce «sorvoli» queste violazioni della sovranità libanese. Parlerebbe sempre di «sorvoli» se fossero velivoli libanesi ad entrare nello spazio aereo israeliano?
La tensione nella regione resta alta dopo il raid aereo israeliano della scorsa settimana in Siria - «(Gli israeliani) Si pentiranno di questa aggressione», ha avvertito Said Jalili, segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale iraniana ieri a Damasco - mentre media internazionali ed esperti avanzano ipotesi sugli obiettivi colpiti.
Il New York Times, con ottime fonti nell'intelligence Usa, ha scritto che l'obiettivo vero del raid aereo contro la Siria sarebbe stato un centro ricerche, come aveva detto sin dall'inizio Damasco. L'attacco al presunto convoglio di armi diretto al movimento sciita libanese Hezbollah, l'ipotesi fatta trapelare da Israele, sarebbe stato solo una copertura del vero bersaglio dove, secondo il New York Times, lavorerebbero anche esperti nordcoreani.
In casa israeliana la caduta di Assad è considerata certa e, per il britannico Sunday Times, il governo Netanyahu starebbe considerando il progetto di una «zona cuscinetto» dentro il territorio siriano per «proteggere» il paese da attacchi dei gruppi islamisti che, come credono a Tel Aviv, prenderanno il potere a Damasco. Il giornale, citando fonti anonime, ha aggiunto che la «zona cuscinetto» potrebbe entrare per 10 km in profondità in Siria. Inoltre sarà organizzata sul modello della «fascia di sicurezza» che l'esercito israeliano creò in Sud-Libano e che, sotto la spinta degli attacchi degli Hezbollah, fu costretto ad abbandonare nel 2000. A contribuire al controllo della «zona cuscinetto», per il Sunday Times, ci saranno anche gli «abitanti» di alcuni villaggi siriani della regione. Al momento di certo c'è soltanto che Israele già controlla un'ampia porzione di territorio siriano, le Alture del Golan, che ha occupato nel 1967, e dove sta costruendo lungo le linee di armistizio una nuova barriera che descrive come «altamente tecnologica».
E in Siria la guerra civile fa decine di morti ogni giorno - ieri sei bambini sarebbero morti in un bombardamento aereo vicino a Duma (Damasco) - senza prospettive di una fine a breve del bagno di sangue. Qualche segnale comunque si registra. Il leader dell'opposizione siriana Ahmad Muaz al Khatib ha detto di esser pronto a dialogare col vice presidente siriano Faruq al Sharaa ribabendo la sua parziale apertura al regime. Al Khatib nei giorni scorsi ha avuto per la prima volta colloqui con i rappresentanti di Russia e Iran, alleati del presidente siriano Assad. Al termine dei quali ha però detto che Mosca e Tehran, così come Washington, non hanno piani per una via d'uscita alla guerra civile. Nena News
Inviato da Anonimo il Ven, 08/02/2013 - 12:23