Siria. Brahimi, è in corso la distruzione del Paese pezzo dopo pezzo


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Israele, Salafiti, Occidente, una strana e contraddittoria alleanza che spinge gli Stati Uniti e la Federazione Russa a cercare una soluzione ragionevole per la crisi siriana che garantisca una transizione seria, fermando il flusso di denaro, dei petrodollari che viene fornito per distruggere una Nazione.

"La Siria viene distrutta pezzo dopo pezzo". Così l'inviato speciale di Nazioni Unite e Lega araba per la Siria, Lakhdar Brahimi, parlando al Consiglio di sicurezza dell'Onu.

Brahimi ha detto che il suo sforzo di mediazione non potrà proseguire a meno che il Consiglio non si unisca per spingere le parti ad andare verso un compromesso. "Sono imbarazzato dal dover ripetere la stessa cosa: è in corso la distruzione della Siria", dopo le consultazioni a porte chiuse con il Consiglio Onu, Brahimi ha attribuito alle interferenze straniere l'impossibilità di aprire un vero dialogo. "Obiettivamente stanno cooperando per distruggere la Siria", ha detto l'inviato Onu, aggiungendo che "Con la distruzione della Siria, si sta spingendo la regione verso situazione molto negativa che avrà ripercussioni per il mondo intero".

A peggiorare ulteriormente la situazione  è stato Israele compiendo un raid aereo 2 giorni fa. Il segretario generale della Lega araba Nabil el Araby ha condannato “L'odiosa aggressione” israeliana contro un centro di ricerca militare siriano, affermando che rappresenta una violazione chiara della sovranità di uno Stato arabo e contravviene la carta Onu”. El Arabia ha sollecitato la comunità internazionale ad assumersi le sua responsabilità davanti alle aggressioni israeliane ed ha confermato il diritto di Damasco di difendere la sua terra e la sua sovranità. Ciò che non ha potuto fare Jabhat el Nosra (Qaedah) l’ha fatto Israele.

I ribelli che lottano contro la Siria e contro il presidente siriano Bashar Assad sono "strumenti del sistema sionista". Lo ha detto il capo di stato maggiore dell'esercito siriano, generale Ali Abdullah Ayoub, aggiungendo che "la battaglia contro il nemico sionista continua e non è finita". Le dichiarazioni di Ayoub, fatte durante una visita in un'unità dell'esercito, sono state riportate dal quotidiano ufficiale al-Baath.

La posizione della Siria,ha affermato il generale, non cambierà mai, indipendentemente "da atti provocatori e ostili da parte del nemico". "Conosciamo le nostre potenzialità - ha dichiarato Ayoub - e siamo pronti a usarle nel momento giusto. Chi pensa di poter mettere alla prova le nostre forze armate, sbaglia".

E’ una guerra  che vede ormai tutti coinvolti, una guerra diretta verso le forze di resistenza contro, la Russia e la Cina. L’arrivo ad Iskenderun, sistemi di di lancio dei Patriot Usa, non fanno altro che convincere Paesi come l’Iran e la Russia che si tratti di un atto di ostilità occidentale nei loro confronti. Si può affermare che il 31 gennaio ha avuto inizio la svolta negativa nei rapporti tra la Nato e la Federazione Russa ed alleati. Le batterie di missili antiaerei Patriot provenienti dagli Stati Uniti sono arrivate nel porto di Iskenderun, nella provincia meridionale turca di Hatay.

"Queste forze aumenteranno le capacità di difesa aerea della Turchia e contribuiranno all'attenuamento della crisi in corso lungo uno dei confini dell'Alleanza atlantica", aveva dichiarato l'ambasciata Usa ad Ankara, il quale ha ricordato che "La Turchia è un importante paese, membro della Nato". L'Iran si schiera accanto alla Siria, e minaccia Israele all'indomani del raid nei cieli di Damasco.

Il 31 gennaio la Repubblica Islamica ha prospettato gravi conseguenza per Tel Aviv dopo il raid lanciato da Israele in territorio siriano. Damasco ha "la possibilità di vendicarsi", ha dichiarato l'ambasciatore siriano in Libano, Ali Abdul-Karim Ali, senza però indicare quando arriverà la risposta che, spiega, toccherà alle autorità preparare. In Iran, invece, il vice ministro degli Esteri Hossein Amir Abdollahian, ha sottolineato che il raid sulla Siria avrà implicazioni significative per la città di Tel Aviv.

"Il regime sionista rimpiangerà la sua aggressione contro la Siria". Lo ha dichiarato il capo negoziatore sul nucleare di Teheran, Saeed Jalili, secondo quanto riferito dalla televisione di Stato iraniana. L'agenzia semi ufficiale Fars in precedenza aveva citato il vice ministro degli Esteri di Teheran, Hossein Amir Abdollahian, secondo cui il raid contro Damasco avrà implicazioni significative per Tel Aviv.

 

Nello stesso giorno il Partito di Dio libanese, Hezbollah, ha duramente condannato il raid aereo israeliano compiuto in territorio siriano. In una nota, diffusa dall'emittente televisive libanese "al Manar",si legge che "Hezbollah condanna con forza l'attacco sionista contro la Siria". Secondo il Movimento della Resistenza "Questo nuovo attacco palesa in modo evidente "l'intento di distruggere la Siria e il suo esercito per il ruolo avuto nel sostegno alla resistenza contro Israele". Gli esponenti di Hezbollah chiedono inoltre alla comunità internazionale e ai paesi arabi di condannare con forza questo episodio.

 

Di Talal Khrais