Talal Khrais, esperto di scenari geopolitici, corrispondente di al Manar a Roma nonché responsabile delle relazioni internazionali nel centro italo arabo – Assadakah.
A cura di Filippo Bovo
1. Lei ha avuto modo di soggiornare in Siria. Qual è a suo giudizio la situazione attuale nel paese e come pensa che si concluderà?
R. la Siria è il riflesso di Dio, dove da quando sono nati l’Islam e cristianesimo convivono in pace. La Siria è il vero ponte di dialogo tra Islam e cristianesimo, tra l’Occidente e l’Oriente, è l’incrociato delle varie civiltà umane. Mai in Siria sono stati toccati i valori religiosi. Oggi in Siria esiste una guerra mondiale voluta dalle monarchie del petrolio sostenute dall’Occidente che sta contribuendo direttamente alla nascita di un terribile salafismo religioso che non riconosce alcun valore che il suo: chiese distrutte, minoranze uccise a sangue freddo. Non riesco a capire questo vergognoso atteggiamento occidentale. Mandano i giovani militari a combattere in Afghanistan contro Al Qaeda e finanziano il terrorismo della stessa organizzazione in Siria. Che colpa ha questo Paese? Solo perché ha detto no al “Caos creativo” voluto dagli Stati Uniti e perché ha sostenuto la resistenza palestinese e libanese? In Siria non si tratta di riforme ma di una vera e propria guerra fredda, una guerra voluta dagli Stati Uniti, Israele e Francia usando quel Paese folle che è il Qatar e le mafie turche che procurano i jihadisti per far crollare lo Stato più secolare nel Medio Oriente.
2. Guardando ai paesi limitrofi, come descriverebbe ai nostri lettori l’attuale quadro libanese? E come giudicherebbe il ruolo di Hezbollah?
R. All’inizio Hezbollah come tutti noi aveva sostenuto le riforme sacrosante nel paese fratello. Sia l’Iran che Hezbollah hanno mediato tra l’opposizione democratica e il regime aprendo tutti i canali a disposizione. Con il passar del tempo la battaglia per le riforme è stata rapita, sostituita da un piano diabolico che come obbiettivo aveva il rompere l’asse della Resistenza, stravolgere tutti gli equilibri in Medio Oriente, recuperare gli spazi perduti in Iraq e in Afghanistan, impedire il ritorno delle repubbliche ex sovietiche alla Russia, loro naturale alleato. Hezbollah e i suoi alleati non aspetteranno la distruzione della Siria per farsi uccidere. Oggi esiste un’alleanza, anche se poco visibile, tra Russia, Cina, Iran,Hezbollah, Resistenza Palestinese e Siria.
Come sembra, la Russia e la Cina non permetteranno più all’Occidente e agli Stati Uniti di giocare soli nel Mediterraneo e nel Mondo. Basta ricordare che la Russia ha destinato 80 miliardi di dollari per modernizzare il suo arsenale bellico, in particolare la sua flotta navale che oltretutto d’ora in avanti non limiterà la sua presenza al Mediterraneo, ma al continente intero. E’ la nuova guerra fredda, combattuta tra una formazione solida, ricca e motivata e chi ha governato il mondo con arroganza ed oggi si trova sull’orlo di una crisi, politica, morale e finanziaria.
3. Ciò che è avvenuto in Medio Oriente negli ultimi due anni c’invita a riflettere con profondità su quelle che vengono chiamate le “Primavere Arabe”. Brevemente, che giudizio ha di questi fenomeni, alla luce di quanto avvenuto in Libia, Egitto e Tunisia? Come finiranno?
R. L’esigenza di cambiamento è fondamentale, solo che questo è avvenuto attraverso interferenze interne sostenendo la Fratellanza Islamica, e non le Forze Progressiste e Laiche. Questo perché la Turchia è riuscita prendere in giro l’Occidente affermando d’essere grado di guidare un panislamismo moderato che potrebbe garantire gli interessi dell’Occidente. Questo non è avvenuto perché ogni Paese ha la sua specificità. Non riuscendo si sono trovati nel Caos totale favorendo il terrorismo e la criminalità, come sta avvenendo in Siria oggi. Quando sono crollati i regimi autoritari ma non erano pronte le alternative politiche.
4. Parliamo di un paese mediorientale che ha vissuto una storia diversa dai precedenti: l’Iraq. Cosa succede nell’Iraq di oggi? Quale sarà il futuro di questo paese?
R. L’Iraq letteralmente è stato saccheggiato ed indebolito dopo che gli americani avevano deciso di sciogliere le Forze Armate e quelle della Sicurezza. L’Iraq ha oggi un governo e un esercito che cercano di salvare il Paese. L’Iraq paga per la sua neutralità nei confronti del Paese fratello, la Siria, e per la sua amicizia sia con l’Iran che con la Russia. Paesi come il Qatar e l’Arabia Saudita finanziano gruppi salafiti che minacciano ogni giorno l’integrità del paese.
5. Si sono da poco concluse le elezioni in Israele. Quali scenari si aprono per la Palestina (Gaza e Cisgiordania), alla luce non solo di questo voto ma anche dei fatti mediorientali degli ultimi due anni?
R. In Israele oggi non ci sono forze politiche disponibili ad una vera pace con i palestinesi. Intendo l’applicazione delle risoluzioni 242 e 338 che chiedono allo Stato Ebraico la liberazione dei territori arabi occupati e il riconoscimento dello Stato Palestinese. Senza questo è difficile avere la pace sia per i palestinesi che per gli israeliani. La domanda che si pone oggi è questa: Israele con la sua arroganza e la sua aggressione ed occupazione ha trovato la sua pace? Oggi il Mondo è cambiato ed è Israele non è più il Paese invincibile di un tempo. Abbiamo visto nel 2006 la guerra con Hezbollah, dove l’esercito israeliano è stato umiliato ed anche a Gaza hanno dovuto trattare con i palestinesi senza precondizioni. Oggi, nel nuovo scenario, la volontà conta più dei razzi.
Inviato da Anonimo il Lun, 28/01/2013 - 10:02