Scontro tra conservatori e riformatori
Di Talal Khrais
I recenti provvedimenti adottati dalla Sua Altezza Reale Re saudita Abdullah Bin Abdel Aziz,dall'ingresso delle donne nel Consiglio consultivo,alla nomina di nuovi personaggi più giovani dalla famiglia reale fino al rimpasto all'interno del Consiglio egli ulema,sta portando alla luce una lotta interna, sembra a molti osservatori arabi, un pluralismo politico, ne Regno Saudita tra conservatori e riformatori.
In particolare ha scatenato polemiche tra i conservatori sauditi la decisione assunta nella settimana scorsa di consentire alle donne di partecipare al Consiglio consultivo (Majlis Shura), organo composto da consiglieri scelti dal sovrano per proporre suggerimenti alla famiglia reale sulle attività del governo del paese.
S.A.R ha stabilito anche delle quote rosa,ordinando che la presenza femminile nel Consiglio non possa scendere al di sotto del 20 per cento, un atto considerato rivoluzionario dalla Stampa Araba.
Ambienti religiosi sauditi hanno partecipato settimana scorsa ad una manifestazione che si svolta davanti al palazzo reale di Riad per protestare proprio contro questa decisione della S.A.R Re Abdullah di accettare l'ingresso delle donne all'interno del Consiglio consultivo,rispettando una promessa fatta nel 2011.
La manifestazione,cui hanno partecipato circa 50 uomini religiosi,aveva l'obiettivo di mostrare lo scontento della componente più estrema e conservatrice della società.
I religiosi intresigenti hanno chiesto di poter incontrare S.A.R per esporgli le loro tesi.
I manifestanti hanno chiesto di parlare anche con Khaled al Tarwiji "per dargli dei consigli".
Al Tarwiji considerato il più vicino alla Re Saudita
Tutto ciò in vista delle nuove riforme, promosse proprio dall'ala riformista.
A spingere in favore delle riforme in particolare il principe saudita Talal bin Abdel-Aziz, fratellastro di re Abdullah Bin Abdel Aziz,il quale ha chiesto al governo di Riad l'avvio di una serie di riforme politiche e l'istituzione di un fondo sovrano di investimento. Alla luce di quanto sta avvenendo nel paese arabo, il decreto della S.A.R rappresenta una chiara rottura culturale,se si pensa che garantisce 30 posti sui 150 del Consiglio consultivo alle donne, in un paese dove i diritti civili e politici delle donne.
Inviato da Anonimo il Lun, 21/01/2013 - 08:52