La Giordania minaccia chiusura delle frontiere con la Siria


Syrian refugee camp in JordanNel caso di esodo di massa dei profughi, Amman potrebbe dispiegare forze speciali al confine. E fa appello all'ONU: "Finanziamenti immediati per far fronte all'emergenza".

Tende dell'UNCHR nel campo profughi di Za'atari, in Giordania (Foto: Paul Jeffrey/ACT Alliance)

Roma, 18 gennaio 2013, Nena News - La Giordania è pronta a chiudere i confini con la Siria nel caso di un esodo di massa di rifugiati in fuga dalla guerra civile di Damasco.

Ieri il primo ministro giordano, Abdullah Ensour, si è detto estremamente preoccupato per il Paese, che sta già ospitando quasi 300mila profughi siriani nei campi allestiti a Nord, a pochi chilometri dal confine con la Siria. Profughi che necessitano di cure mediche, cibo, acqua, coperte e elettricità, azione sempre più difficile a causa della mancanza di fondi e del continuo arrivo di nuovi rifugiati, quasi duemila al giorno.

"La Giordania potrebbe dispiegare forze speciali per chiudere le frontiere - ha detto Ensour - Preferiamo aiutare i siriani all'interno del loro Paese". Una minaccia che giunge insieme all'appello rivolto alle Nazioni Unite perché riforniscano Amman di finanziamenti immediati per far fronte all'emergenza umanitaria, resa ancora più drammatica dall'arrivo dell'inverno. Nel campo profughi di Za'atari, oltre 60mila rifugiati siriani vivono in difficilissime condizioni, costretti in tende a temperature vicine allo zero.

Numerose le critiche piovute sul governo di Amman, che si è giustificato con le risorse limitate a disposizione della Giordania: un deficit di cinque miliardi di dollari. "Penso che invece di criticare il governo giordano - ha detto Andrew Harper, rappresentante in Giordania dell'agenzia per i rifugiati dell'Onu, UNCHR - si dovrebbe chiedere alla comunità internazionale perché non sta facendo nulla per aiutare, per offrire protezione ai rifugiati".

A settembre la Giordania aveva chiesto ufficialmente 700 milioni di dollari alla comunità internazionale per gestire i 300mila rifugiati siriani, divisi tra campi profughi e città giordane. Harper ha proposto l'organizzazione di una conferenza dei donatori per il 30 gennaio, in Kuwait: "Quello che ci aspettiamo è il riconoscimento delle necessità della Giordania e dei Paesi vicini che stanno assistendo i profughi. C'è bisogno di un programma sostenibile di assistenza per i profughi all'interno della Siria e fuori, fino a quando non faranno ritorno nelle loro case".

Sono oltre 700mila i rifugiati siriani in Medio Oriente: 200mila in Libano, 153mila in Turchia, 70mila in Iraq, 13mila in Egitto e 5mila in Nord Africa, oltre ai 300mila in Giordania. Un numero esorbitante che, secondo le Nazioni Unite, potrebbe superare il milione e 100mila entro giugno, se la guerra civile non cesserà. Nena News