Un nuovo falso giornalistico, emesso dai telegiornali e quotidiani italiani, aggredisce e lava il cervello ad una popolazione oramai in gran maggioranza, da destra a sinistra, “telecomandata”.
Tutti sono esplicitamente complici e conniventi, dalla RAI a Mediaset, da Repubblica al Corriere e via dicendo, nel ripetere le stesse veline, ricevute da fantomatiche e mai ben specificate “fonti per i diritti umani” (tutte con basi in Inghilterra e Qatar), che rielaborano le azioni commesse dai terroristi in Siria, cioè omicidi, bombardamenti e attentati, per addossarle al governo di Bashar al-Assad e all’Esercito Arabo Siriano, legittimo difensore della patria e del popolo siriano sotto attacco terroristico.
Questo terrorismo operante in Siria è di varia natura. Le differenti matrici alqaediste, salafite o wahabite, in competizione l’un l’altra per l’egemonia del territorio, sono in realtà cooperanti nel portare al termine le diverse operazioni di sabotaggio, eseguite per conto delle agenzie di intelligence anglo-americane e sioniste.
In questo contesto di guerra, l’aspetto mediatico, o di propaganda mediatica, è oramai riconosciuto da molti seri e accreditati osservatori e analisti di geopolitica per essere il cavallo di battaglia, o di Troia, con cui si accreditano globalmente le moderne guerre d’aggressione per il nuovo colonialismo del terzo millennio.
Il ruolo quindi svolto da alcune importanti redazioni, quali vere centrali operative di guerra psicologica, da accompagnare alle campagne belliche sul terreno, è innegabile e preoccupante.
Capita che la popolazione italiana ignara, già alle prese con la dura battaglia per la sopravvivenza, a causa dell’aggressione cinica e spietata subita da parte dell’usura bancaria e finanziaria istituzionalizzata, venga volutamente sommersa da falsa informazione per fare digerire e accettare catatonicamente, se non addirittura positivamente, decisioni che vanno contro gli interessi stessi della nazione e quindi dei cittadini, oltre che a danno di altri popoli e nazioni mediterranee confinanti con cui sarebbe naturale e saggio intrettenere invece buoni rapporti di collaborazione e scambio, non di minaccia di guerra.
E veniamo al fatto in questione:
Ieri, sui TG e quotidiani, è stata data la notizia di un “bombardamento aereo da parte di al-Assad sul campo profughi palestinese di Yarmuk, nella zona a sud di Damasco, in particolare la moschea del campo”.
Così recitava il TG3 e così ripeteva Repubblica.
Le fonti cui si farebbe riferimento sono le “ONG siriane per la difesa dei diritti umani” e una ‘brigata’ islamista (come da foto di Repubblica a seguire).
Noi abbiamo preso visione anche di alcuni video, girati subito dopo l’attacco alla moschea e durante la stessa giornata, sempre nel Campo Yarmuk.
Messe insieme tutte queste informazioni, facendo buon uso della logica e dei dati precedentemente raccolti, possiamo tranquillamente dire che ci troviamo di fronte ad un clamoroso falso. Talmente falso ed evidente che meraviglia come RAI e Repubblica abbiano la faccia tosta di parlare di “bombardamento da parte di aerei siriani”.
La sfacciataggine di queste fonti giornalistiche avvelenate è spiegata con il semplice fatto che esse non hanno nessuno che le possa, e voglia, pubblicamente contraddire, approfittando oltretutto dello status di “informazione pubblica accreditata”.
Quello che si cerca in realtà di fare, è forzare il consenso per il riconoscimento di un’unica e giusta soluzione per la Siria, la “no-fly-zone”, come per la Libia, per avere mano libera per un bombardamento indiscriminato e devastare della nazione siriana, sin alle fondamenta.
Quindi, contemporaneamente, lasciare scorrazzare liberamente i tagliagole islamisti, al guinzaglio NATO/USA, per fare tabula rasa di una delle civiltà e culture più antiche, ma al contempo moderne ed avanzate, di tutto il Medioriente.
Chi non ha radici e storia, come americani e sionisti, entità entrambe frutto di un’aggressiva mentalità coloniale espansionistica, odia e disprezza quelle altrui.
Abbiamo quindi scaricato, scomposto e ricaricato i video in questione, e ne abbiamo evidenziato, passo passo, i punti che ci possano dare una più chiara lettura degli avvenimenti.
Prendetene visione:
http://www.youtube.com/watch?v=SGuxTm_sTvk
Quindi, ricapitolando, abbiamo visto che:
1) - i corpi dei civili uccisi si trovano tutti all’esterno della moschea, sulle scale vicino all’ingresso, e non sono coperti di calcinacci, come avviene quando un edificio subisce un bombardamento, quindi non è possibile che siano stati uccisi da un missile aereo sulla moschea
2) - le pareti ed i muri esterni della moschea sono intatti, come pure le arcate esterne e le scale, quindi si tratterebbe di un’esplosione avvenuta all’esterno della moschea, come quando un pacco-bomba viene fatto deflagrare in mezzo alla gente: cosa che ha provocato la mutilazione dei corpi.
3) - la persona che sta girando il video, in alta definizione, lo fa di nascosto, e lo si capisce sia da come vengono filmate le scene, quasi tutte verso il basso, per non dare nell’occhio, sia dal fatto che ad un certo punto, temendo di essere scoperto, scappa.
4) - i carri armati dell’esercito siriano si muovono nella zona del Campo Yarmuk nello stesso momento, in mezzo alla gente che cammina loro tranquillamente a fianco: secondo voi, se fosse in atto un attacco dell’esercito, via aerea e di terra, la popolazione starebbe tranquillamente al fianco dei soldati o scapperebbe via?
5) - Si vedono chiaramente le bande armate dei terroristi jihadisti che prendono d’assalto il campo palestinese giurando rappresaglie nei confronti di coloro che non si uniscono a loro contro il governo di Damasco
I palestinesi che vivono in Siria sono a stragrande maggioranza leali al governo che li ha ospitati come profughi a causa dell’invasione sionista dei loro vilaggi in Palestina, fatta eccezione per alcune fazioni salafite estremiste che rispondono agli ordini e per gli interessi dei petrolmonarchi del Golfo, non dei palestinesi.
In Siria i palestinesi hanno trovato non solo rifugio, ma possibilità di vita e lavoro come in nessun altro stato arabo è possibile.
Il Fronte Popolare della Palestina, di Yarmuk, insieme alla totalità degli abitanti del Campo, ha sempre denunciato l’infiltrazione di Al-Qaeda e dei gruppi salafiti jihadisti nel Campo dall’esterno, i quali soffiano sul fuoco per destabilizzare la situazione e realizzare un mini-califfato islamico all’interno della comunità palestinese.
Mohamad Rafea, l’attore siro-palestinese trucidato poche settimane fa da questi terroristi, non è il solo ad essere esempio di lealtà e comportamento eticamente corretto: tutti i palestinesi che non si piegano alle minacce di questi folli jihadisti sono un bersaglio del terrorismo in salsa salafita/wahabita, CIA/Mossad.
Sono perciò loro che hanno causato la strage, piazzando un ordigno all’ingresso della moschea, registrando le immagini e trasmettendole ai media arabi e occidentali che ne hanno fatto da cassa di risonanza. È da quasi due anni che ripetono lo stesso giochetto ed èda quasi due anni che i media li assecondano.
Sono questi jihadisti salafiti che hanno sin’ora fatto strage dei palestinesi che si sono opposti alla loro “dittatura del califfato”.
In questo video troverete la conferma della loro crudeltà e inciviltà.
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=LT7um3gvoUA
Le nazioni occidentali che rappresentano gli americani, gli inglesi, i francesi, gli italiani, … insieme ai loro fantocci del Golfo, stanno dando pieno e dichiarato sostegno a queste bande di criminali, senza che le masse di tali paesi, cerebralmente inerti, muovano un dito per opporsi a tali nefandezze, commesse in loro nome e con i loro soldi ed energie.
L’inerzia dei popoli occidentali, data l’aggressione culturale, politica, economica, psicologica, di cui sono vittime da decenni, che ha loro tolto, sin da bambini, le difese naturali più elementari, è comprensibile, anche se non del tutto perdonabile ed escusabile.
Ma coloro che sono inescusabili sono i leader politici di tali nazioni, ed al par loro, colpevoli di collaborazione e complicità col terrorismo internazionale, sono i capi redazione e molti dei giornalisti che fanno parte della rete mediatica, istituzionale o privata, di queste nazioni.
Questi giornalisti e le loro redazioni compiono una vera opera di favoreggiamento alla violenza armata, e per tali motivi ed imputazioni andrebbero perseguiti e portati sul banco degli imputati di un tribunale internazionale, come fiancheggiatori delle bande terroristiche armate.
Accusare il legittimo governo di una nazione e l’esercito nazionale che la difende, sotto attacco terroristico, di bombardare la propria popolazione, indiscriminatamente, senza avere uno straccio di prova per tali infamanti accuse, e basandosi solo sulla parola di fantomatiche agenzie e gruppi armati terroristici e sui loro video artefatti, è veramente un’azione miserabile e criminale, che con il giornalismo ha nulla a che fare.
L’esercito siriano è composto da ragazzi e militari che appartengono ad ogni ceto, area, confessione religiosa, etnia esistente sul territorio nazionale: credete che continuerebbero a combattere tutti i giorni eroicamente contro mercenari e terroristi di ogni nazionalità se vedessero i propri quartieri, chiese, moschee, famiglie bombardati e assassinati dall’esercito di cui fanno parte
Essi, le redazioni ed i giornalisti di regime, e compiacenti similari, nel pieno sconvolgimento delle più elementari regole dell’informazione, danno ampio rilievo a notizie non verificabili, provenienti addirittura da ambienti totalmente inaffidabili, corrotti mercenari e organizzazioni dedite al crimine e al terrore.
Notizie provenienti da apparati collegati, direttamente o indirettamente, al terrorismo che opera in Siria e nel Medioriente, dall’Africa all’Afganistan, ed oltre ancora: terrorismo che opera alle dipendenze di una stessa regia, composta da un team di marionette appariscenti e folcloristiche, Al Qaeda e affiliati, e da un team di pupari, quelli di CIA/Mossad, le cui mani sono nascoste dai pupi che agitano nei teatri di guerra internazionali: pupi da loro armati e finanziati.
In sintesi, quello che praticano Repubblica, RAI e tutto l’apparato di propaganda istituzionalizzata, pubblica e privata, non è giornalismo, ma terrorismo mediatico.
E come terroristi andrebbero prima o poi trattati: in galera.
FFP - http://www.syrianfreepress.net/ at
http://syrianfreepress.wordpress.com/2012/12/18/12461/
di Alessandro Aramu
Inviato da Anonimo il Mer, 19/12/2012 - 14:42