Esclusiva Beirut. Intervista ad Ammar Moussawi, responsabile relazioni estere di Hezbollah


Beirut. Un incontro inaspettato quello  con Ammar Moussawi, responsabile delle relazioni estere di Hezbollah.

All’incontro hanno preso parte  il Segretario Generale di Assadakah Raimondo Schiavone, Matteo Angioli del Partito Radicale, Francesco di Leo direttore di Radio Radicale, Gian Micalessin del Giornale, John Finegher del CNN, Ugo Ugo Tramballi del Sole24ore.

Importante conferenza stampa, visto quello che sta accadendo in questa fase in Medio Oriente ed in particolare in Siria. Il partito radicale dice Angioli ha espresso la necessità del diritto alla verità e alla corretta informazione sulle vicende del Bahrein e la necessità del dialogo per superare la difficile crisi del paese. Informare correttamente invece di costituire commissioni per la verità come fatto per il Sud-Africa, istituzioni create ad ok dalle superpotenze, che spesso hanno mistificato la realtà.

Arriva anche Maria Saadhe, parlamentare cristiana, rappresentante del governo di Assad, arriva in auto da sola, senza scorte, questo spiega quale sia la situazione in Siria.

Secondo l’arcivescovo anglicano e attivista sudafricano, Desmond Tutu in Iraq Bush e Bleir si sono comportati come criminali di guerra.

Durante l’incontro si affronta anche lo scottante tema siriano. Le vicende siriane preoccupano molto il partito di Dio convinto che il terrorismo vada combattuto in Siria e che debba essere interrotto l'afflusso di armi che giungono dai Paesi stranieri.

La Siria vi preoccupa? Cosa pensa Hezbollah del conflitto in atto?

Noi siamo convinti che la Regione siriana rimarrà in piedi saprà respingere l’attacco straniero. Siamo preoccupati, la preoccupazione è diffusa in tutta la Regione.

Stiamo anche pensando a piani alternativi, dopo Assad non ci sarà più la Siria, ma degli Emirati una guerra civile non ha mai conseguenze positive, per il mondo intero, non solo per la Siria.

Che ruolo hanno i media nella vicenda siriana?

I media stanno svolgendo un’azione negativa divulgano informazioni false, la vita a Damasco si svolge nell’assoluta normalità e non vi sono disordini. Molti studenti libanesi vivono a Damasco e conducono un’esistenza normale. L’Europa deve preoccuparsi molto per la situazione siriana, un terzo dei combattenti sono terroristi ed hanno un arsenale militare pericoloso per il mondo intero. Armare gli estremisti è pericolosissimo. I terroristi vengono da tutto il mondo, Afghanistan, Algeria, Turchia, Iraq etc. Molti servizi segreti stanno agevolando le loro operazioni.
Moussawi continua, “I vostri governi sono in grado di raccontare questa verità, l’Occidente è alleato dei terroristi in Siria, sembra una cosa assurda esiste un controllo diretto dei fratelli musulmani sulla coalizione dei ribelli che si antepongono alla Siria laica”.

“Il futuro della Siria non può essere disegnato dell’esterno, afferma con enfasi Moussawi, ma deve essere realizzato ad opera dello stesso popolo siriano, non da Qatar, Arabia Saudita o Francia. Quello che sta accadendo in Sira ha un solo obiettivo: colpire la Siria per colpire la resistenza”.

I soldati italiani in Libano sono al sicuro?

I soldati italiani in libano ssono al sicuro, ci auguriamo non succeda nulla.

Non ci sono minacce chi ha attentato a Unifil in passato erano solo gruppi salafiti.

La presenza Unifil per noi è nell’interesse del Libano, esiste un rapporto stretto tra popolazione libanese e militari.

Qual è il ruolo dell’Europa rispetto alla vicenda siriana?

La posizione europea su Siria vede i paesi del vecchio continente divisi in due gruppi, una parte è alleata degli Usa, l’altra parte è completamente asservita. L’Italia alterna momenti di partnership a momenti di totale sudditanza. L’Europa deve avere una sola linea politica o almeno dovrebbe.

Invece, quotidianamente ricevo notizie di ambasciatori che sono costretti a prendere posizioni lontane dalla realtà, a veicolare le informazioni volute dai loro governi.

Che interesse ha l’Europa ad mantenere una condizione di caos?  Anche gli amici arabi degli Usa non si salveranno, se questa situazione persisterà, anche la “gallina dalle uova d’oro” dell’occidente (ndr l’Arabia Saudita) crollerà.

Il timore diffuso è che si realizzi un’egemonia dei fratelli mussulmani, ma se si guarda alla situazione Egiziana è evidente che quello che sta accadendo è più pericoloso di quanto accaduto quando è stato cacciato il dittatore.

Come Hezbollah impedisce che la crisi siriana coinvolga il Libano e abbia ripercussioni sul Paese dei cedri?

Noi collaboriamo con i governi e le forze militari per fare da mediatori, il nostro ambiente è pulito, non ci sono interferenze integraliste. Chi ci conosce bene in Occidente lo sa, siamo un movimento di resistenza che non ha la cultura della violenza, che tutela i diritti degli individui e se ne fa promotore. La forza si usa solo quando un nemico attacca, ed è finalizzata alla difesa. Rifiutiamo l’attacco.

Gli attacchi che in questo momento si stanno verificando a Tripoli, a nord del Paese, sono il frutto di pericolose infiltrazioni, che non sono in grado però di intaccare le nostre fila.

E se Israele attaccasse l’Iran, quale sarebbe la reazioni di Hezbollah

È una domanda che mi hanno rivolto molte volte, tutti vogliono sapere quale sarà la nostra reazione, si tratterebbe di un evento terribile, preferiscono non pensarci.

L’Iran è troppo grande, Israele non può permettersi di attaccarlo.

Ci sono armi nucleari in Iran?

L’Iran ha troppe sanzioni per avviare un programma nucleare, escludo nella maniera più assoluta che possieda armi di distruzione di massa e armamenti nucleari. Si tratta di un’azione di propaganda attuata dagli Usa e dai suoi alleati per destare preoccupazione nell’opinione pubblica e giustificare un intervento armato in Iran.

La domanda alla base della questione è un’altra, perché l’Iran non può produrre energia atomica? L’Iran ha mai minacciato altri stati? Combatte o ha dichiarato guerra?

Per quale motivo l’Iran non dovrebbe avere un programma nucleare, la popolazione iraniana lo rifiuta e lo rifiuta anche la religione di stato, come più volte ribadito dall’Ayatollah Khomeini, ma se volessero averlo perché non dovrebbero.

Dopotutto Russia, India, Pakistan, Turchia ed Israele producono energia atomica, perché l’Iran non dovrebbe farlo.

L’Iran si rafforza con armi di dissuasione, per non subire le imposizioni altri paesi, si tratta di un grande stato civile che non può accettare imposizioni da parte di altri stati, non accetta diktat né attacchi di altri, ed è questa la più grande spina nel fianco degli Usa. Vogliono un Iran asservito. Durante il governo dello Scià, alleato degli Usa, l’Iran aveva ricevuto l’autorizzazione al programma nucleare, che gli è stato prontamente negato nel momento in cui il Paese ha assunto posizioni antiamericane.

Quali sono gli effetti delle sanzioni sulla realtà economica iraniana e internazionale?

La sanzioni sono un atto illegittimo, un grave danno per l’economia internazionale. Italia e la Francia applicano sanzioni che danneggiano le loro stesse relazioni commerciali e nel frattempo, l’Iran commercia con India e Cina. Non è vostro interesse applicare queste sanzioni. Le sanzioni sono armi di distruzione di massa anche in Siria, non distinguono fra regime e cittadini comuni, colpiscono tutti indistintamente.

Cosa farà Hebollah se L’Occidente dovesse attaccare la Siria?

Escludo che possa accadere. Il fantasma delle armi chimiche non esiste più, la situazione siriana non inficia gli interessi dell’Occidente.

Anche tra gli stati occidentali ci sono posizioni diverse, gli intellettuali e le autorità militari sanno cosa sia un conflitto, sanno quali saranno le conseguenze, e per questa ragione dissuaderanno i Governi dall’intraprendere qualsiasi azione militare.

La Siria non è la Libia non avranno né il coraggio, né la capacità di entrare a far parte del conflitto siriano. Vorrebbe dire guerra internazionale. Penso che continueranno guerra per procura.

Il Segretario Generale di Assadakah invita Al Moussawi in Italia, Said accetta. Lo attendiamo nel nostro Paese.