In Siria si rafforza la presenza curda, questo preoccupa Edogan


 Tra-Siria-e-Turchia-il-fattore-curdo_largeIl 29 luglio 2013 è avvenuta la liberazione definitiva di Homs. Le truppe del Governo Siriano con l’aiuto degli alleati di Hezbollah hanno debellato le ultime sacche di resistenza in alcuni quartieri della città. Un altro passo avanti verso la liberazione del Paese. Ormai il fronte degli oppositori del Governo del Presidente Bashar Al Assad è diviso, frammentato, si combattono battaglie interne fra la miriade di sigle che in questi due anni si sono costituite all’interno del territorio siriano. Nessuno prevale sugli altri, mentre pare consolidarsi l’ipotesi di una regione ormai definitivamente caduta nelle mani dei Curdi, sempre più intenzionati a costituire un enclave autonoma rispetto al Governo centrale siriano, ma non in contrapposizione con esso, al confine con la Turchia. Ovviamente, questo fatto preoccupa molto le autorità turche e il loro presidente Erdogan. Il rafforzamento è dovuto anche all’aiuto che hanno avuto dal Governo Iracheno che in questa guerra siriana ha deciso di stare dalla parte del Presidente Assad, nonostante le pressioni occidentali e dei Paesi del Golfo che chiedevano la chiusura di quel corridoio aereo con l’Iran, grazie al quale la Siria ha potuto provvedere all’approvvigionamento di armi, ma anche di generi alimentari dal momento in cui il peso dell’embargo si è fatto sentire con forza. Una spina nel fianco della Turchia, la presenza di una regione tutta curda al proprio confine, che potrebbe fungere da catalizzatore per i curdi turchi e da luogo di partenza di aiuti per la resistenza curda in Turchia, solo sopita in questa fase, ma pronta a riprendere vigore.

Raimondo Schiavone




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