Non sorprende il rapimento di Padre Dall’Oglio, e non sorprende neppure che ad effettuarlo sia stato un gruppo di terroristi afferenti ad Al Qaeda e ad Al Nusra, in altre parole un’accoppiata esplosiva di jaidisti e salafiti privi di scrupoli, che certamente non hanno tenuto contro che il padre gesuita fosse uno dei loro più strenui sostenitori.
Non è facile riconoscere gli “amici” quando si è pagati per destabilizzare un Paese e le cause e gli ideali svaniscono con il profumo del denaro.
Padre Dall’Oglio aveva fatto della campagna contro Assad la sua missione, viaggiando per l’Italia e l’Europa inneggiando alla violenza e alla ribellione, dimenticando spesso di essere “un costruttore di pace”. Che cosa facesse a Raqqua, ultimo avamposto dei ribelli alle porte di Damasco, nella fase di imminente liberazione da parte delle forze lealiste, per intenderci è il luogo dal quale proveniva il rumore dei cannoni che abbiamo descritto nei giorni scorsi, non è dato sapere.
Certo non si trattava di una zona sicura, soprattutto in questa fase di caos e di incontrollabilità, dovuta alla presenza, in Siria, di più di 100 gruppi di ribelli afferenti a diverse organizzazioni, ognuna delle quali è “autorizzata” a fare prigionieri e a chiedere il riscatto per la loro liberazione.
Non è chiaro come sia avvenuto il sequestro e in quali circostanze, ci sono molti dettagli da chiarire, il sospetto è che ancora una volta possa trattarsi di un montatura per attirare l’attenzione.
Inviato da Anonimo il Mar, 30/07/2013 - 09:49
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