Almeno 225 le vittime dei droni USA, 81 le azioni militari nel 2012. Le associazioni per i diritti umani chiedono di intervenire: "Così si rafforza Al Qaeda".
dalla redazione
Roma, 29 aprile 2013, Nena News - Una strage contro la popolazione yemenita. Così organizzazioni per i diritti umani locali e internazionali definiscono la campagna statunitense contro il terrorismo lanciata in Yemen e che nel 2012 ha provocato almeno 225 vittime innocenti. Questi i dati forniti dall'organizzazione britannica Reprieve. Dati che triplicano, secondo altri gruppi: alcuni arrivano a parlare di 750 morti.
Nella conferenza stampa tenutasi sabato nella capitale Sana'a e organizzata da Reprieve, si punta il dito contro l'amministrazione di Washington: "La Casa Bianca può uccidere qualsiasi individuo senza neppure saperne il nome". Da tempo il governo americano, in cooperazione con quello yemenita, porta avanti frequenti attacchi militari tramite i droni, con target i gruppi armati che operano nel Paese, Al Qaeda in primis.
Secondo HOOD (Organization for Defending Human Rights and Freedom), associazione yemenita, durante l'anno 2012 si sono registrati almeno 81 attacchi aerei, ma le autorità statunitensi ne hanno "rivendicati" solo la metà. Necessari risarcimenti e scuse ufficiali, chiede l'associazione, e la ricostruzione immediata delle aree danneggiate.
Alla conferenza di sabato le famiglie delle vittime hanno urlato il loro sdegno: Himaier Al-Qadi ha perso un fratello quattro mesi fa. Non vuole soldi, dice, nessun risarcimento, vuole solo che il responsabile paghi e si presenti di fronte ad un tribunale per essere giudicato.
"Uccidere uno yemenita perché sospettato di fare parte di Al Qaeda non farà altro che reclutarne altri", aggiunge un altro familiare di una vittima, Ameen al-Radami, che ha perso il fratello nel governatorato di Dhamar solo due settimane fa. "Invece che combattere il terrorismo, gli attacchi americani nel nostro Paese lo rafforzano", ha detto l'attivista yemenita Farea al-Muslimi di fronte alla Commissione del Senato americano che sta seguendo la questione. Gli Stati Uniti portano avanti simili strategie militari anche in Pakistan, Somalia e Afghanistan, ritenendo gli omicidi mirati una soluzione al terrorismo islamico. Una soluzione che lascia sul terreno troppe vittime innocenti.
Tanto da attirare anche le critiche delle Nazioni Unite, che più volte hanno denunciato simili raid, definendoli contrari al diritto internazionale. Nena News
Inviato da Anonimo il Lun, 29/04/2013 - 13:05
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