Hezbollah: se Israele attacca, Teheran colpirà le basi Usa


Durante la guerra fredda diversi paesi occidentali cercavano di svolgere un ruolo di mediazione e moderazione. Cadute le ideologie, i governi  appaiano gestiti dalle banche e dagli interessi globali. L’occidente oggi svolge un ruolo neo-colonialista alla ricerca spietata del controllo delle risorse, appoggia l’aggressore e punisce l’aggredito. In questo scenario appaiano chiari due schieramenti: da una parte Russia, Cina, Iran, e Siria; dall’altra Stati Uniti, Israele e il vecchio continente. Combattere la Siria e l’Iran significa assediare la Russia e colpire il fabbisogno energetico della Cina. Siamo in una nuova guerra fredda, con la differenza che oggi l’Occidente non vive la prosperità degli anni settanta ma una profonda crisi economica, causata anche dalla sua politica di guerra e di arroganza.

Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, ha affermato che  qualora Israele decidesse di attaccare i siti nucleari iraniani, Teheran potrebbe rispondere attaccando le basi militari statunitensi in Medio Oriente: "Se Israele attaccherà l'Iran, gli Stati Uniti si dovranno assumere le loro responsabilità", aggiungendo però di non aspettarsi nel breve periodo un possibile attacco israeliano contro l'Iran. La Repubblica Islamica dell’Iran tratta ma non cede.

Il giorno dopo la segnalazione di imminenti grandi manovre navali con la presenza degli Usa nel Golfo (erano previste tra il 16 e il 27 agosto, poi rimandate), il capo della Marina ha avvertito che l'Iran non tollererà sconfinamenti nelle proprie acque territoriali e ha sostenuto che la Repubblica islamica é in grado di garantire da sola la sicurezza della regione. “Non abbiamo consentito e non consentiremo a nessuno di entrare nelle acque territoriali”, ha dichiarato il comandante della Marina Habibollah Sayyari. “Non c'é bisogno - ha detto ancora - che nessun altro porti la sicurezza nella regione, sosteniamo di avere la capacità  di garantirla”. Già due settimane fa il Comandante della Marina delle Guardie rivoluzionarie, il contrammiraglio Ali Fadavi, nella città  portuale di Bushehr aveva sostenuto che “la Repubblica islamica dell'Iran é la sola potenza che ha la capacità di assicurare la sicurezza”.

Londra, non per amore dell’Iran ma per maggiore prudenza, ha chiesto a Israele di non attaccare i siti nucleari iraniani. L’11 settembre, un inviato speciale del governo britannico si è recato in gran segreto a Gerusalemme per convincere i dirigenti israeliani a non ordinare un attacco militare contro i siti nucleari dell'Iran. Haaretz riferisce che l'inviato britannico avrebbe incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Ehud Barak e alcuni responsabili della sicurezza dello Stato ebraico consegnando un messaggio personale del primo ministro David Cameron. Le grandi potenze occidentali e Israele sospettano che l'Iran stia sviluppando l'arma atomica sotto copertura del suo programma nucleare civile. Tale circostanza è stata ripetutamente negata da Teheran.

Talal Khrais




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