DAMASCO - La delegazione di Assadakah Centro Italo Aabo e del Mediterraneo ha incontrato in una località segreta vicina a Damasco 6 terroristi prigionieri in un carcere (nella foto). E' la prima volta dall'inizio del conflitto che un'associazione, composta anche da giornalisti, ha potuto parlare con alcuni detenuti ritenuti dal regime autori di atti contro la sovranità e la sicurezza dello Stato.
"E' stato un incontro cordiale - ha detto il giornalista Raimondo Schiavone, segretario generale di Assadakah - nel quale sono state poste numerose domande ai prigionieri, alcuni dei quali siriani, uno algerino, un turco ed un francese di origine algerina. Alcuni di loro manifestavano segni di pentimento sulla loro azione ed attività".
La maggior parte dei detenuti sono stati formati prevalentemente nei campi profughi in Turchia, dove esistono dei veri e propri centri di addestramento finanziati dai Sauditi e dall'Emiro del Qatar.
Nei prossimi giorni, anche per la sicurezza della delegazione che sta lavorando in situazioni di grande difficoltà, verranno rese note le dichiarazioni rilasciate dai prigionieri. Fra questi ci sono anche due imam. Uno di questi ha ammesso anche le sue responsabilità nella strage di al - Kazzaz, a Damasco, nella quale sono morte 40 persone. L'attentato è stato rivendicato da Jabhat al-Nasra o anche “Fronte al Nasra”
"L'incontro - hanno affermato i responsabili di Assadakah - ha ancora una volta dimostrato il ruolo attivo di alcuni stati, in particolare della Turchia, nel favorire i terroristi presenti in Siria".
I detenuti nel corso dell'incontro hanno ammesso che il confine tra Turchia e Siria sia un luogo di passaggio per i terroristi che arrivano da tutto il mondo: "I campi profughi nascondono campi di addestramento ed esistono corsie preferenziali per il trasporto delle armi e dei soldi. Corsie create con il consenso delle autorità turche".
I detenuti fanno anche i nomi di alcune persone di persone che si occupano di formare i contrabbandieri delle armi. I nomi verranno divulgati nei prossimi giorni. Nessun mnostero anche sul flusso di denaro che arriva pèer finanziare queste attività, che avvengono con il consenso dell'Europa (Italia e Germania in testa) e Stati Uniti. "Il denaro proviene tattraverso l'Iraq dai paesi del Golfo e serve a remunerare i militanti che non lavorano e hanno bisogno di denaro. I corrieri della armi guadagnano fino a 5000 dollari a viaggio". Proprio come uno dei prigionieri incontrati ieri a Damasco
Inviato da Anonimo il Gio, 06/09/2012 - 08:06
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