Petrolio. Le sanzioni all'Iran un colpo all'economia globale


Dedicata all'Italia la prima pagina del Tehran Times: “Sanzioni più forti sull'Iran potrebbero costare miliardi all'Eni”, titola infatti il quotidiano, che riprende dichiarazioni dei giorni scorsi di Paolo Scaroni

TEHERAN, l'Unione Europea non deciderà sanzioni contro il petrolio iraniano, e anche se lo dovesse fare Teheran è pronta a rivolgersi ai mercati asiatici. Ne è sicuro il ministro del petrolio Rostam Ghassemi, che l’11 dicembre ha ribadito la linea del governo iraniano in una conferenza stampa. “Sicuramente” l'Unione Europea non imporrà mai sanzioni sulle esportazioni del petrolio iraniano”, ha detto, dal momento che danneggerebbero il mercato globale del greggio” con gravi conseguenze sui prezzi.

“Non siamo preoccupati per nuove sanzioni perché l'Iran ha il modo per compensare quel 18% delle sue esportazioni di petrolio ora destinato all'Europa”, riferendosi alle nuove misure che l'Ue ha annunciato di voler mettere in atto in gennaio per bloccare il programma nucleare iraniano, ritenuto a scopo militare. L'Iran, ricorda l'agenzia Fars, è il secondo esportatore dell'Opec dopo l'Arabia Saudita.

Già le precedenti sanzioni statunitensi lo hanno spinto verso i mercati asiatici, ricorda ancora l'agenzia semi-ufficiale, e così è accaduto anche per i progetti in campo energetico, che hanno trovato altri partner in Asia, con Cina e India in particolare pronti a nuovi contratti. Sulla stessa linea molta stampa iraniana, che evidenzia come l'India intenda importare più greggio e che le sanzioni sul petrolio porterebbero danni all'economia europea. “Un embargo sul petrolio iraniano non farebbe che danneggiare la Grecia, l'Italia e la Spagna'', ha detto il deputato Seyyed Emad Hosseini, riprendendo l'opinione di vari analisti.

Quanto all'India, con grande evidenza vengono riprese le dichiarazioni del suo ambasciatore a Teheran, secondo cui le transazioni già in atto ammontano a 14 miliardi di dollari all'anno, e New Dehli vuole aumentare l'import di greggio e avviare investimenti. Dedicata all'Italia la prima pagina del Tehran Times: “Sanzioni più forti sull'Iran potrebbero costare miliardi all'Eni”, titola infatti il quotidiano, che riprende dichiarazioni dei giorni scorsi di Paolo Scaroni. L'Eni potrà gestire le proprie raffinerie anche senza il petrolio iraniano, aveva detto l'ad. di Eni a Doha, anche se “c'è un problema di qualità del greggio”, che potrebbe richiedere qualche cambiamento nelle strutture.

Ma l'Eni, aveva ancora osservato Scaroni, e più preoccupata per il greggio che riceve da Teheran come pagamento per la produzione passata: arretrati per circa 2 miliardi di dollari, ma che a suo avviso dovrebbero essere esentati da qualsiasi sanzione.  Il primo dicembre scorso i ministri degli Esteri Ue hanno deciso di definire entro gennaio nuove misure contro l'Iran, per il suo programma nucleare che si sospetta abbia fini militari, nei settori energetico, dei trasporti e finanziario. Impegno ribadito dai capi di stato e di governo al vertice di Bruxelles. Ma il ministro degli Esteri iraniano, Ali Akhbar Salehi, si è detto scettico sulla possibilità che l'Europa raggiunga un accordo - secondo la Mehr citata dalla Reuters - viste ledifferenze interne e la propensione di ciascun Paese membro a seguire i propri interessi.

Intanto il ministro Ghassemi, che ha anche la presidenza di turno dell'Opec, si è detto contrario a che l'Arabia Saudita prosegua nella superproduzione avviata con la crisi libica, definendo equilibrato il prezzo attuale del greggio. E ha annunciato la scoperta di un nuovo giacimento di gas nel MarCaspio che potrebbe far avanzare l'Iran, ha detto, dal secondo al primo posto nel mondo per riserve di gas naturale.

Luciana Borsatti




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