(UNIONE SARDA) - Il ruolo dell'informazione nei Paesi caldi della Terra, in particolare in Medioriente, è stato al centro del dibattito nel terzo “Meeting internazionale delle politiche del Mediterraneo”, organizzato dall'associazione Assadakah Sardegna. Se n'è discusso per due giorni, venerdì e sabato, nel centro polifunzionale dell'Unione sarda, con la partecipazione di giornalisti, diplomatici e politici mediorientali. Si è parlato di quel che accade in Siria, si è riflettuto sull'accordo sul nucleare tra Iran e Stati Uniti e si è puntato il dito sul modo in cui questi avvenimenti sono stati raccontati.
«Quel che accade in Siria», dice Raimondo Schiavone, presidente di Assadakah Sardegna, «è stato presentato come un conflitto civile mentre in realtà si tratta di uno scontro voluto e finanziato da altri Paesi». Anche l'informazione sull'accordo nucleare iraniano è finita sul banco degli accusati, eppure si trattava di «una buona notizia perché rappresenta un deterrente per la nascita di conflitti. Il fatto», osserva ancora Schiavone, «è che sullo sfondo di tutti questi avvenimenti c'è spesso un'informazione allineata al potere costituito, costruita ad arte per legittimare i conflitti in quelle zone».
Anche l'Isis, per esempio, utilizza una strategia di comunicazione «costruita ad arte, che spesso sfugge agli occhi del mondo», dice ancora Schiavone. «Il libro di Ballardini, “Il marketing dell'Apocalisse”, descrive perfettamente il sistema. L'Isis fa film, realizza produzioni teatrali, ma anche spettacoli televisivi, che utilizza per incoraggiare le popolazioni a partecipare alla guerra». (ma. mad.)
Inviato da Anonimo il Lun, 26/10/2015 - 10:00
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