I fatti che stanno sconvolgendo tutto il Nord Africa e il Medio Oriente, l'imprevedibile, solo fino a pochi mesi fa, voglia di libertà dei giovani che ha spazzato governi che sembravano granitici, l'ondata di profughi che cerca rifugio in Europa, tutte vicende che si stanno svolgendo solo a pochi chilometri da noi, separate solo da un braccio di mare, ci riportano ad epoche nelle quali il mediterraneo era l'ombelico del mondo, il teatro nel quale si scriveva la storia del mondo. Cagliari è al centro di questo teatro, e potrebbe trovare nuove opportunità se solo riprende a guardare verso la sponda sud del Mediterraneo, come ha fatto per millenni della sua storia.
Anche per questo all'hotel Mediterraneo, a Cagliari si è tenuta una tavola rotonda con un titolo ambizioso "La compatibilità tra islam e democrazia". I protagonisti sono di elevato profilo, il capo ufficio stampa di Hezbollah Ibrahim El Moussaoui, il Senatore Antonello Cabras, l'On. Amalia Schirru e il giornalista Talal Khrais, della stampa estera. Strumento del dialogo, nonché organizzatrice dell'incontro, è l'associazione Assadakah Sardegna, Centro Italo-Arabo del Mediterraneo, che con il suo Presidente Mondino Schiavone ha coordinato l'incontro.
Argomento ambizioso, quindi, per l'attualità del tema e per la presenza in Italia in forma ufficiale del portavoce di Hezbollah, letteralmente Partito di Dio, partito politico libanese nonché milizia armata nata per contrapporsi all'invasione israeliana del 1982. Organizzazione partigiana, amano definirsi, con un ardito confronto con i partigiani italiani, solo che a distanza di 30 anni dalla loro nascita sono ancora armati, configurando una sorta di esercito parallelo. Finanziati dalla Siria, secondo i loro detrattori, che li ha utilizzati come longa manus per mantenere il controllo del Libano anche dopo il loro ritiro, nel 2005, e continuare così, di sponda, la guerra contro Israele.
El Moussaoui ha svolto l'ingrato compito di contrastare l'opinione, piuttosto diffusa in occidente, di Hezbollah organizzazione terroristica, e ci ha quindi raccontato della loro attività di volontariato che si svolge soprattutto nel sud del Libano, la parte più povera del Paese. In un Libano sconvolto da una guerra civile durata circa 15 anni, il sud è stato di certo il più martoriato anche a causa della presenza di migliaia di profughi palestinesi, per lo più dell'OLP, che esercitando ripetute azioni di guerriglia negli insediamenti israeliani prossimi al confine hanno dato l'alibi ad Israele per l'invasione. Proprio un cortometraggio sulla liberazione dagli israeliani ha introdotto l'incontro e ci ha dato la misura del carattere epocale di questa guerra. Nonostante ciò il Libano, ci hanno raccontato El Moussaoui e Talal, ha mantenuto il suo carattere multiculturale, un Paese dove convivono, anche dopo la terribile guerra civile, mussulmani, cristiani ed ebrei e che cerca di tornare ai fasti, parliamo di pochi decenni fa, quando era considerata la Svizzera del medio oriente, crocevia ideale per tutti i traffici fra oriente e occidente, quasi a rinverdire la storia dei Fenici.
Antonello Cabras ha avuto l'ingrato compito di evidenziare il percorso che ancora separa questi popoli da un concetto di democrazia e libertà di tipo occidentale, evidenziandone comunque i passi avanti e la sempre maggiore consapevolezza che la strada verso la libertà non può restare sbarrata ancora a lungo. La comunicazione è ormai un fiume in piena e ha portato rivoluzioni che neanche la religione è riuscita a fare. Interessante è stata la citazione relativa ai due convitati di pietra di tutte le vicende africane e mediorientali, e cioè Russia e Cina, che continuano a giocare un ruolo, neanche tanto occulto, fungendo da veri antagonisti degli Stati Uniti in un quadro di perdurante nanità politica dell'Europa.
Amalia Schirru ci ha raccontato del nostro sistema di accoglienza dei giovani emigranti, di come sia impossibile opporsi alla storia con anacronistici muri, di quanto anche l'Italia abbia bisogno di nuova linfa, di nuovi sbocchi, di altri rapporti.
Il pubblico, numeroso ed evidentemente schierato, ha infine posto dei quesiti agli ospiti, più sulla collocazione della Sardegna con le sue basi militari che sui temi dell'incontro, allargando quindi il campo con spunti per nuovi temi di dibattito.
L'impressione finale è stata che El Moussaoui, e quindi Hezbollah, avesse ben percepito il carattere epocale delle trasformazioni in corso nei paesi di cultura islamica, e pur difendendo, per esempio, le ragioni della Siria rispetto alle proteste che stanno montando impetuosamente, si è decisamente schierato dalla parte della democrazia, nella consapevolezza che il Libano in un futuro scenario di convivenza democratica, potrà riprendersi il suo ruolo di crocevia dei rapporti fra oriente ed occidente. Passando per Cagliari, speriamo noi.
Inviato da Anonimo il Mer, 25/05/2011 - 06:58