Risoluzione di Assadakah: sostegno alla causa palestinese, Israele vìola il diritto internazionale


palestina

Assadakah Italia – Centro Italo Arabo e del Mediterraneo Onlus, Federazione nazionale costituita dalle seguenti associazioni: Assadakah Lazio – Roma capitale, Assadakah Sardegna, Assadakah Veneto, Assadakah Calabria e Assadakah Napoli

Premesso

-nelle prime ore del mattino del 9 aprile 1948, un commando dell'Irgun e la Banda Stern attaccarono Deir Yassin, un villaggio con circa 750 residenti Palestinesi, dando inizio al genocidio palestinese;
-alle 04:30 dell'8 aprile, mentre gli abitanti dormivano, le bande terroriste sioniste circondarono Deir Yassin. I palestinesi furono svegliati dagli altoparlanti che ordinavano loro di lasciare il paese, e così, ignari, uscirono dalle loro case per rendersi conto della situazione. Fu allora che cominciò il massacro. Il villaggio fu attaccato dal commando israeliano da sud est e bombardato con mortai;
-durante il massacro uomini, donne, bambini e anziani furono uccisi a sangue freddo, alcuni spinti in mare; il numero delle vittime è contrastato. La maggior parte delle fonti dell'epoca parlano di 254 morti, di cui 25 donne incinte e 52 bambini, mutilati e poi decapitati davanti agli occhi delle loro madri, assassinate a loro volta.
-il 15 maggio del 1948, all'indomani della fine del mandato britannico in Palestina, l’esercito sionista invase i territori palestinesi, impossessandosi delle terre, delle case e del futuro del popolo Palestinese. Cominciò così Al Nakba ( catastrofe ), il giorno in cui il popolo Palestinese si trasformò in una nazione di rifugiati, in cui almeno 750.000 persone, l'85% dei Palestinesi, furono espulse dalle loro case e costrette a vivere nei campi profughi;
-il 29 novembre 1947 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite nella Risoluzione n. 181 approvava il piano di partizione della Palestina, che prevedeva la costituzione di due stati indipendenti, uno ebraico e l'altro arabo;
-il moderno Stato d'Israele fu autoproclamato da David Ben Gurion il 14 maggio 1948, alla scadenza del mandato britannico;
-da quel momento, lo Stato di Palestina, privo di confini, cessava di esistere in quanto tale, nonostante la proclamazione del 1988 di Arafat;
-dopo la guerra dei sei giorni del 1967 Israele ha occupato la Cisgiordania, la Striscia di Gaza e Gerusalemme, proclamata come capitale nel 1949 e confermata come tale nel 1980, e rivendicata ancora come tale, sebbene la Corte Internazionale di Giustizia abbia confermato nel 2004 che i territori occupati dallo Stato di Israele oltre la "Linea Verde" del 1967 continuano a essere "territori occupati", e dunque con essi anche la parte est di Gerusalemme, annessa da Israele nel 1980;
-Israele ha cominciato nel 2002 e mai sospeso la costruzione di un muro di "protezione" che, di fatto smembra la Cisgiordania, ed obbliga i Palestinesi ad attraversare innumerevoli checkpoints, controllati dai militari israeliani, per spostarsi da un villaggio all'altro. Israele ha anche costruito, e continua tutt'oggi a costruire, espropriando e demolendo interi villaggi Palestinesi, innumerevoli insediamenti, in territorio Palestinese, considerai illegali dalla Comunità Internazionale;
-Israele ha deviato la quasi totalità dei corsi d'acqua verso i suoi territori, lasciando, di fatto, la Palestina priva di un bene prezioso quanto elementare;
-Israele pratica l'apartheid, discriminando apertamente i Palestinesi dagli israeliani, rapisce, ferisce ed uccide impunemente Palestinesi in Cisgiordania come a Gaza;
-Israele pratica la tortura fisica e psicologica nei confronti dei detenuti Palestinesi, violando l'articolo 12 della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, di cui Israele è uno Stato firmatario, nonché la IV Convenzione di Ginevra ed è inoltre indicata essere un crimine contro l'umanità e un crimine di guerra ai sensi dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale. Inoltre, la tortura è di giurisdizione universale in base al diritto internazionale consuetudinario, che consente agli Stati di perseguire i responsabili delle torture, indipendentemente dalla loro nazionalità. Israele applica, altresì, la detenzione amministrativa e, violando l'articolo 76 della IV Convenzione di Ginevra, detiene i Palestinesi in territorio israeliano;
-la Striscia di Gaza è stata abbandonata da tutti gli abitanti israeliani e dall'esercito nel 2005, ma, a seguito della vittoria di Hamas alle elezioni palestinesi nel 2006, ha subito tre massicci bombardamenti e è sottoposta ad un embargo totale, da terra, cielo e mare;
-Gaza non ha un esercito né una marina da guerra né un'aviazione per contrastare i bombardamenti israeliani;
-la Palestina è a tutti gli effetti un territorio sotto occupazione militare;
-Israele non riconosce il genocidio dei Palestinesi, né la pulizia etnica della Palestina, entrambi ancora in corso, con diverse modalità;
-Israele chiede alla Comunità Internazionale di essere riconosciuto come Stato Ebraico;
-non bisogna far confusione tra il sionismo, dottrina politica, teorizzata da Theodor Herzl nel 1896, su cui si fonda la necessità, per gli ebrei, di avere un proprio Stato in Palestina, con l'ebraismo, una delle tre religioni monoteistiche;
-Israele ha violato circa 70 risoluzioni ONU in favore della Palestina;
-a seguito degli Accordi di Oslo del 1993 che istituivano l'Autorità Nazionale Palestinese e prevedevano la sua cooperazione con Israele, nonché la divisione della Cisgiordania in tre zone, di fatto l'intera Cisgiordania è controllata da Israele;
-la Palestina, ammessa come stato osservatore non membro dell'ONU nel 2012, è a tutt'oggi riconosciuta come Stato solo da 130 paesi;
- il popolo Palestinese rivendica il diritto alla memoria, alla verità storica ed al ritorno;
-è responsabilità delle istituzioni, a partire da quelle locali e comunali, attivarsi affinché ci sia un riconoscimento internazionale su un olocausto che ancora oggi pochi riconoscono;
-i sopravvissuti al massacro e i loro familiari chiedono il diritto al ritorno, sancito dalla risoluzione 194 del 1948 dell'ONU;
-ogni genocidio è, innanzitutto, un crimine contro l’umanità.

CONDANNA

- l'embargo totale imposto sulla Striscia di Gaza che, secondo dati riportati dalla Banca Mondiale, causa i tassi di disoccupazione più alti al mondo, il 44% generale, il 60% tra i giovani;
- il governo di Israele ad assumersi la responsabilità storica e morale dei crimini di cui ancora si macchia, quotidianamente, contro i Palestinesi;
- l’atteggiamento delle autorità israeliane verso quei paesi o singoli cittadini che prendono posizione a favore del riconoscimento dello Stato di Palestina e delle violazioni israeliane di tutte le leggi del diritto internazionale, nonché della IV Convenzione di Ginevra e delle risoluzioni ONU;

CHIEDE AL GOVERNO ITALIANO E AL PARLAMENTO

- il riconoscimento dello Stato di Palestina nei confini del 1967;
- di dichiarare il 15 maggio di ogni anno “Giornata della Nakba Palestinese”, in ricordo di circa 750.000 Palestinesi sterminati dagli israeliani a partire dal 1948;
- di intraprendere un’iniziativa verso gli organismi internazionali (Assemblea Generale dell’Onu e Parlamento Europeo) affinché Israele sia obbligato a rispettare le leggi del diritto internazionale e le risoluzioni ONU in favore dei Palestinesi;
- di boicottare e sanzionare Israele e di disinvestire nei territori occupati, fin quando non si ritirerà nei confini del 1967;


SOSTIENE

- la causa del popolo Palestinese e la sua battaglia per la libertà e l'indipendenza, per la liberazione di tutti i detenuti politici Palestinesi nelle carceri israeliane, inclusi donne e bambini, per il diritto al ritorno dei profughi;
- le comunità Palestinesi ed i profughi Palestinesi in Giordania, Siria e Libano, nonché nella stessa Palestina ( Cisgiordania e Striscia di Gaza ), in difesa della dignità, del valore della vita e dei principi di solidarietà, giustizia e fratellanza tra i popoli.