Sudan, la giustizia internazionale al servizio degli opressori


In Sudan le organizzazioni internazionali rappresentano uno strumento punitivo a senso unico la falsa documentazione presentata, addirittura da due organizzazioni non governative americane e non da commissioni d’inchiesta ha costituito il capo di accusa nei confronti del ministro della difesa. Il Sudan, malgrado la buona volontà del suo governo e il suo tentativo di esautorarsi dall’ingerenza straniera, è assediato dalla cosiddetta giustizia internazionale. Un abuso praticato negli ultimi vent’anni, dalla scomparsa dell’ex Unione Sovietica, da parte di un Occidente sempre più anti arabo. Parlare della giustizia internazionale disgusta la gente nei Paesi in via di sviluppo, perché si sa che tratta di una giustizia politicizzata che mira a proteggere gli interessi petroliferi o il controllo delle materie prime. Il Presidente sudanese Omar Hassan al Bashir ha ballato il 3 Marzo scorso con il suo ministro della Difesa in un raduno delle truppe paramilitari, due giorni dopo il mandato di arresto spiccato dalla Corte penale internazionale dell'Aja (Cpi) contro il titolare del dicastero. "Lanceremo una grande campagna contro i nemici di Dio e dello Stato", ha detto il ministro Abdelrahim Mohammed Hussein, rivolgendosi agli oltre 1.000 membri della Forza di difesa popolare, nata durante gli anni della guerra civile tra Nord e Sud del Sudan. Si tratta del primo raduno di questa forza paramilitare dal 2005, anno in cui venne firmato l'accordo di pace tra Nord e Sud, che ha poi portato, solo lo scorso luglio, alla proclamazione dell'indipendenza del Sud Sudan. Un raduno organizzato nel pieno delle rinnovate tensioni tra i due Stati, che rischiano di sfociare in un nuovo conflitto. Il Presidente del Sudan annuncia rafforzamento truppe paramilitari. "Chiameremo queste truppe 'forza di deterrenza', ha detto nello stadio di Khartoum, aggiungendo di aver ordinato a tutti i governatori di aprire campi di addestramento per le nuove reclute. Ogni Stato dovrà formare una brigata, oltre alle altre sette provenienti dalla capitale, per "sconfiggere chiunque cerchi di mettere in pericolo la sicurezza del Sudan".