Esclusiva. Intervista all'ambasciatore iraniano Seyed Mohammad Ali Hosseini


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L'IAEA ha diffuso un rapporto in cui mette chiaramente sotto accusa l'Iran sulla questione della bomba atomica. E' colpa di Obama?
, ambasciatore iraniano a Roma è un uomo sicuro si sè. Infatti ama il monologo. Eccolo arringare un atto di difesa dell'Iran per un'ora e mezza mentre legge pagine su pagine, scupolosamente preparate. Un canovaccio d'autore tra un te e una aranciata che esclude ogni dubbio. Del Nobel per la pace Shiomn Peres dice: “Bisogna fare una riflessione. Forse si è trattato di un’errata valutazione. Peres da una vita non fa che massacrare il popolo palestinese”.
Nato nel 1961 a Teheran e laureato in Scienze Naturali a Bangalore in India, Seyed Mohammad Ali Hosseini è sposato e padre di tre figli. Ha ricoperto incarichi politici importanti in Iran prima di sbarcare a Roma. Nel 2006 è divenuto assistente speciale, portavoce del Ministero del Ministro degli Affari esteri, poi Vice Ministro degli Affari dell'Asi della Repubblica islamica d'Iran. Sua eccellenza, Obama sta cercando di ottenere un successo diplomatico in vista delle prossime elezioni. Non a caso al vertice dell'Aipec ha cercato di incassare il consenso di Russia e Cina a nuove sanzioni verso il programma nucleare dell'Iran.

E' l'ora della resa dei conti per il suo paese?
L'avversione americana contro il mio popolo è iniziata 32 annii fa con la caduta della dittatura del Pahlavi, legata agl Usa e continua fino ad oggi in tutte le forme possibili. Sia la storia del complotto che noi avremmo ordito a Washington contro l'ambasciatore saudita che il presunto attacco all'Iran da parte di Israele hanno come unico obiettivo quello di dare una stretta alle sanzioni verso l'Iran. Ma sono entrambe ipotesi senza fondamento. Oggi gli Usa si trovano davanti a due fallimenti: i risultati delle guerre in Iraq e Afghanistan. Obama deve rispondere ai cittadini che pagano le tasse di queste due guerre perse. Il presidente deve inoltre fronteggiare la crisi sociale interpretata dal movimento degli indignados e soprattutto dalle rivoluzioni arabe che hanno avuto come scopo la liberazione di quei popoli dai regimi soggetti agli Usa.
Ma la guerra contro l'Iran ci sarà o no?
Obama ha bisogno, per ragioni elettorali, di una nuova campagna propagandisica a livello mondiale. La questione iraniana gli permette di far rullare i tamburi per deviare l'attenzione dell'opinione pubblica dai problemi interni ed esterni, mentre i repubblicani sbandierano la favola della guerra all'Iran già da prima del mandato di Obama è chiaro a tutti che l'amministrazione americana non potrà sopportare il peso economico e politico di un'altra guerra.
L'IAEA ha diffuso un rapporto in cui mette chiaramente sotto accusa l'Iran sulla questione della bomba atomica. E' colpa di Obama?
Le attività nucleaari iraniane sono pacifiche. Gli Usa hanno messo sotto pressione il Diretttore generale dell'IAEA. La sua è una relazione di taglio politico che non ha alcuna connotazione tecnica. Torniamo al punto di partenza: Obama vuole raffrozare le sanzioni contro l'Iran. Ma non c'è alcuna possibilità che si vada verso una guerra . Cina e Russia non hanno ceduto alle sue richieste inensate
Perchè, allora, per evitare nuove sanzioni, e se le vostre attività nucleari sono pacifiche non fate visionare i vostri siti atomici dall'IAEA?
Mi meraviglio della sua domanda. Lei sa che gli Usa hanno avuto un atteggiamento discriminatorio per avere l'esclusiva sulle tecnologie nucleari? Siamo sorvegliati continuamente dall'IAEA, con ispezioni a lungo e corto raggio. Ai tempi della presidenza di El Baradei abbiamo risposto a tutte le domande dell'Agenzia in modo esaustivo al punto che anche la sua direzione si è dichiarata ufficialmente soddisfatta e il nostro programma nucleare sarebbe dovuto continare il maniera normale.
Invece non è così....
Esattamente. Il governo americano, con le sue presunte ricerche non è riuscito a produrre prove. Noi abbiamo prodotto un dossier di 117 pagine sui temi proposti dall'IAEA. Abbiamo collaborato nel quadro dei parametri definiti dall'Agenzia delle Nazioni Unite e dal Trattato di non proliferazione. Mentre ci sono paesi che hanno l'atomica su cui gli Usa chiudono gli occhi e che non accettano le ispezioni dell'IAEA e hanno l'assistenza nucleare degli Usa. Il doppio standard dell'IAEA ha portato il Parlamento iraniano a rivedere la collaborazione con l'Agenzia.
Si aspettava da un premio Nobel della Pace come il Presidente israeliano Shimon Peres parole di guerra contro l'Iran?
Innazitutto una riflessione sul Nobel per la Pace. Forse la valutazione con cui è stato dato a Peres è errata. Questo uomo è a capo di un regime oppressore e occupatore come quello israeliano. Il suo è un terrorismo di Stato. Provo rammarico per chi ha dato il Nobel per la Pace per chi non ha fatto altro che massacrare il popolo palestinese. Penso che Israele, nelle attuali condizioni non può permettersi di aggredire l'Iran. Sono deboli. Anche per via della Primavera araba. Può scoppiare una scintilla gigantesca da un momento all'altro contro gli Usa e Israele.

Come legge questo fenomeno che oggi taglia la storia? Sono movimenti che guardano alla democrazia occidentale o all'Islam politico?
Vede ci sono molteplici ragioni nello scoppio delle rivoluzioni arabe: le diseuguaglianza, la povertà, le discriminazioni, la fine della collaborazione dei vari regimi con le potenze coloniali. Lo spirito delle masse rivoltose è quello di arrivare al benessere economico e l'indipendenza politica, liberandosi del fardello del colonialismo occidentale e riappropriandosi delle proprie risorse. Tutto questo non contraddice la fede islamica. E' insito nell'Islam orientare la società verso il benessere economico, la giustizia e la libertà. La democrazia non è in contrasto con la religione islamica. Ma le masse islamiche non hanno fiducia verso i modelli democratici occidentali. Anche se la Primavera araba ha espresso gruppi che vanno verso la visione della democrazia occidentale.
Anche la Palestina vive la sua primavera. L'Iran ha sempre appoggiato la causa di questo popolo ma non avete mai avanzato proposte per la formazione di uno stato palestinese. Ne avete?
Una piccola premessa sulla questione palestinese: si tratta di un popolo oppresso dal regime sionista che chiede il proprio territorio. E' questo il motivo della loro resistenza. Le aspirazioni dei palestinesi devono essere fatte proprie dalla comunità internazionale. La nostra proposta consiste nello svolgimento di un referendum cui devono partecipare tutti i palestinesi, musulmani , ebrei e cristiani, sia quelli dei campi profughi che quelli che risiedono all'estero. Con esso, il popolo palestinese deciderà in modo democratico del proprio futuro. Già ciò che è successo all'Unesco rappresenta un passo in avanti verso il riconoscimento della cultura di questo popolo: impedirà la distruzione degli edifici religiosi e culturali da parte del regime sionista.
E alla lotta al terrorismo come contribuirete?
L'Iran è la più grande vittima del terrorismo con circa dodicimila martiri di esso. Sono anni che siamo alle prese con episodi di questo tipo. Le organizzazioni terroristiche che hanno colpito il nostro paese come il MKO, Il Pjak legato al PKK, il consiglio nazionale per la Resistenza iraniana o il Jondollah sono sostenute dagli Usa e da alcuni paesi europei. Il fallimento della lotta al terrorismo dipende dalle intepretazioni errate che sono state date sul piano politico al fenomeno. Tutti parlano della lotta al terrorismo ma c'è chi non è intenzionato a combatterlo?

Stefania Pavone-Ansa