Israele e Usa vogliono coinvolgere l'Ue nella guerra contro la Siria


L'Unione europea, ha spiegato l'alto ufficiale comunitario,non assiste passivamente all'evolvere della situazione in Siria: "stiamo rafforzando le delegazioni diplomatiche a Beirut e Amman per far fronte a un eventuale peggioramento che rendesse necessaria l'evacuazione dei cittadini europei e del personale diplomatico - ha detto - e abbiamo messo in campo un piano di urgenza con l'invio temporaneo di esperti per le questioni diplomatiche".
Inoltre, l'Ue conferma l'intenzione di mantenere la sua delegazione a Damasco,considerando che molti dei richiami a livello nazionale degli ambasciatori sono "per consultazioni e non definitivi".
Anche la proposta francese di creare un "gruppo di
contatto", sulla falsariga di quello degli "amici della Libia", per trovare soluzioni a livello internazionale, mobilitando al tempo stesso l'opinione pubblica e la comunita' internazionale, è  sul tavolo, così come lo sono altre opzioni dello stesso tipo, come il "gruppo del Cairo", già attivo nella crisi libica,di cui fanno parte le organizzazioni regionali e universali (Lega Araba, Unione Europea, Unione africana, Conferenza islamica.  Quanto alle sanzioni, si tratta di "trovare un equilibrio fra la loro efficacia e le ripercussioni sulla popolazione", ma "Damasco non ci lascia altra scelta":quindi, da un lato si inaspriranno le sanzioni che colpiranno stavolta le esportazioni di fosfati e metalli preziosi, voci importanti per le esportazioni siriane, e la Banca centrale,sul modello di quanto fatto contro l'Iran.

Sul fronte opposto il premier Russo, Vladimir Putin, pur condannando le violenze siriane si oppone strenuamente all’ingerenza del mondo occidentale e taccia l’Occidente di essere come un elefante in un negozio di cristalli.
Vladimir Putin,deciso a tornare al Cremlino con le presidenziali di marzo, ha ribadito che: "bisogna dare alla gente la possibilità di decidere in modo indipendente il proprio destino". In ogni caso, ha precisato il premier, all'indomani della missione del ministro Sergey Lavrov a Damasco, "noi condanniamo la violenza, da qualunque parte questa provenga".
Il presidente siriano Bashar al-Assad ha delegato al suo vice, Farouk al-Sharaa, il compito di condurre colloqui con le forze di opposizione. Lo ha annunciato il  ministro russo degli Esteri, Sergei Lavrov, in una conferenza stampa a Mosca. Assad, ha riferito Lavrov, "ha delegato la responsabilità di condurre questo dialogo al vice presidente al-Sharaa".
Lavrov ha quindi affermato che tanto dalla parte del regime di Damasco, quanto da quella dell'opposizione ci sono responsabilità per le violenze che in un anno circa hanno fatto oltre cinquemila vittime. "Da entrambe le parti - ha detto – ci sono persone che vuole il confronto armato, non il dialogo".
Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha  criticato la decisione presa due giorni fa da alcuni Paesi europei come l'Italia, la Francia, l'Olanda e dagli Stati membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg), di ritirare i propri ambasciatori in segno di protesta per la Siria
E' una decisione "illogica" e che non contribuisce all'attuazione dell'iniziativa della Lega Araba". "Non comprendiamo questa logica cosi' come la decisione affrettata di congelare l'attivita' della missione degli osservatori della Lega Araba in Siria", ha affermato Lavrov. "Non credo - ha aggiunto - che richiamare gli ambasciatori crei le condizioni favorevoli per l'attuazione dell'iniziativa della Lega araba". Lunedì anche gli Stati Uniti hanno annunciato la chiusura della loro ambasciata a Damasco,richiamando i diplomatici. Anche la Gran Bretagna, attraverso il ministro degli Esteri, William Hague, ha reso noto di aver richiamato "per consultazioni" il proprio ambasciatore in Siria.
I partner della Russia evitino di assumere,per risolvere la crisi in Siria, misure unilaterali precipitose”,in particolare in ambito Onu.
E' quanto ha chiesto il presidente russo Dmitri Medvedev nel corso di un colloquio telefonico avuto oggi con il presidente francese Nicolas Sarkozy.
Medvevd, chiamato da Sakozy, ha aggiornato il presidente francese sui colloqui a Damasco tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il presidente siriano Bachar al Assad.
Medvedev ha inoltre interloquito con il premier turco Recep Tayyp Erdogan per ribadire la necessità di continuare - anche in seno al Consiglio di sicurezza dell'Onu - approcci concertati per aiutare i siriani a risolvere loro stessi la crisi”
L’Iran rincara la dose, il viceministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian è giunto in visita a Damasco, dove è stato ricevuto dal  capo della diplomazia siriana, Walid Muallem:
Ilm  capo della diplomazia Muallem ha illustrato "il piano di riforme che deve essere applicato" denunciando "il feroce attacco di cui è stata oggetto
la Siria, il suo popolo e le sue istituzioni da parte di gruppi terroristici appoggiati dall'estero"; il Ministro iraniano da parte sua ha assicurato il sostegno di Teheran alle riforme in corso dicendosi fiducioso nel fatto che "la dirigenza e il popolo siriano saranno in grado di superare le attuali difficoltà".
L'Iran, accusato dai Paesi occidentali di aver collaborato con Damasco nella repressione delle manifestazioni anti-governative, ha chiesto alle autorità siriane "riforme e dialogo" con l'opposizione.

Talal Khrais