Politica estera, l'Italia sbaglia


Molti italiiran-israel ani non si chiedono quale siano le ragioni della crisi economica e finaziaria che sta colpendo il Belpaese? Non si può ignorare lo spreco, le pensioni d’oro, il costo della politica, ma poteva andare tutto bene con l’apertura dei mercati internazionali, cioè le esportazioni dei prodotti e l’esportazione verso nuovi mercati. L’Italia seguendo ciecamente le avventure degli Stati Uniti non fa altro che perdere la possibilità di risollevarsi.

Nonostante la crisi, lo scambio commerciale verso i Paesi Arabi e la Repubblica Islamica dell’Iran continua ad essere favorevole, anche se un grande mercato come quello del Sudan è stato letteralmente perso, favorendo la Cina.

Nel 2011 lo scambio commerciale con la Repubblica Islamica ha raggiunto i 7 miliardi di euro ( nel 2010 circa 6 miliardi). Da ricordare che il nuovo governo Monti recupererà 3.5 miliardi di euro restituendo ai comuni la tassa sulla prima casa. Ma l’avventura continua e il rischio di perdere altri mercati esiste in nome della “sicurezza”, “diritti umani” etc. ovviamente, ma in realtà con il placit degli Stati Uniti, Gran Bretagna e alla Francia, i nuovi “protettori del Mondo”.

"L'Italia sostiene con piena convinzione il piano di sanzioni economiche nei confronti dell' Iran, annunciato dall'Amministrazione statunitense". Ad affermarlo è il titolare della Farnesina, Giulio Terzi, da Kuwait City, dove si trova per la Riunione Ministeriale G8-Bmena. "Le sanzioni non sono rivolte contro il popolo iraniano – prosegue Terzi - ma mirano ad indurre le Autorità di Teheran ad un atteggiamento di effettiva collaborazione con l'AIEA affinché vengano dissipati i seri dubbi sulla natura del programma nucleare". "Purtroppo - sottolinea il Ministro - le conclusioni dell'ultimo Rapporto dell'AIEA non solo non hanno chiarito quei dubbi, ma hanno fornito ulteriori motivi di grave preoccupazione alla comunità internazionale. Occorre quindi inasprire il regime sanzionatorio ed intensificare la pressione sull'Iran, e l' Italia si sta attivando affinché sanzioni analoghe a quelle annunciate dagli Stati Uniti vengano adottate quanto prima anche dall' Unione Europea". Sembra che nella politica estera il nuovo governo, sia molto politico e poco tecnocrate. La politica estera europea che segue il diktat degli USA ha un solo interesse, favorire quella politica distruttiva di Israele che possiede, senza alcun dubbio, diverse testate nucleari.

“ Nel caso in cui Israele avesse delle difficoltà non esclude l’utilizzo dell’atomica” afferma l’ex Ministro della difesa israeliana Mosche Dayan. Pakistan, India e Israele, sperimentano il nucleare, mentre lo stesso rapporto dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) presume che solo l’Iran, sia probabilmente in grado di produrre la bomba atomica. Stati Uniti, Europa ed Israele si muovono sulla stessa lunghezza d’onda, ma ciascuno assume un proprio ruolo.

Per Israele “è arrivato il momento di agire” sul dossier nucleare iraniano. Lo ha detto il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, in un'intervista alla Cnn puntualizzando che l'ipotesi di un attacco militare israeliano contro Teheran “non é un argomento da discutere pubblicamente”. “Posso dire - ha però precisato il ministro - che il rapporto dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) documenta sia una situazione di “gravità” evidente a molti, politici e opinione pubblica, sia la consapevolezza della gente che è giunto il momento di agire”.

Si è capito, ha aggiunto Barak, che “l'Iran è intenzionato a sviluppare l'arma nucleare” e che “va fermato”. Ricordiamo che recentemente l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) ha approvato una “preoccupatissima” risoluzione sul programma nucleare iraniano, con i soli voti contrari di Cuba ed Ecuador e l'astensione dell'Indonesia. Come vedremo, Cina e Russia stanno ripensando la loro posizione e considerano il “rapporto” come frammenti di informazioni dei servizi americani. In tutto questo non stiamo parlando del Paese delle banane ma di uno Stato, sempre più protagonista nella Regione, la Repubblica Islamica dell’Iran. Appare dura la reazione dei leader iraniani alla risoluzione con cui l'Aiea esprime "profonda preoccupazione" nei confronti del programma nucleare iraniano.

L'ambasciatore di Teheran presso l'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha detto che la stessa Aiea "si sta trasformando in una struttura di intelligence militare orientata". In una lunga lettera diffusa dall'Iran indirizzata al direttore generale dell'Aiea, Yukiya Amano, il diplomatico iraniano elenca le ragioni per cui Teheran considera illegali, ingiuste e politicamente motivate le decisioni adottate a Vienna e conferma la volontà di "andare avanti".

Soltanieh denuncia anche il comportamento di Amano, che rendendo di dominio pubblico alcuni documenti che gli sono stati forniti, non ha solamente creato "un'offesa senza precedenti all'integrità dell'Agenzia" ma ha anche messo a repentaglio l'incolumità degli esperti nucleari iraniani. Soltanieh ha chiarito che Tehran "neanche per un secondo" sospenderà le attività di arricchimento dell'uranio, ribadendo che l'Iran intende continuare a sfidare il mondo con le sue attività, che, secondo i servizi segreti occidentali e la stessa Aiea, puntano a realizzare una bomba atomica.

"La comunita' internazionale - scrive il rappresentante della Repubblica islamica - sta anche testimoniando il nuovo terribile fenomeno dell'assassinio di scienziati iraniani da parte di gruppi terroristici sostenuti dagli Usa e da Israele".




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