Campagna di prevenzione del cancro alla mammella, in Libano la terza fase del progetto


Continua la campagna di prevenzione del tumore al seno “Depistage du cancer au sein” promossa da Assadakah Sardegna in collaborazione con l’Ospedale Sirai di Carbonia e l’Ospedale di Zahle in Libano.

La terza fase del progetto iniziato circa un anno fa, prevedeva il trasferimento di competenze e di tecniche di screening e prevenzione ad opera dei medici italiani a vantaggio dei colleghi e dei pazienti libanesi.

Durante le quattro giornate formative, tenutesi presso l’ospedale di Zahle in Libano, si sono approfondite tecniche diagnostiche, i medici italiani hanno visitato la struttura ospedaliera ed in particolare il reparto di radiologia e hanno constatato come l’assenza di strumenti d’avanguardia renda complesse le prassi diagnostico preventive del cancro alla mammella.

Il Sirai di Carbonia vanta un’esperienza pluriennale nell’ambito della prevenzione, la collaborazione con i colleghi libanesi è diventata una prezioso momento di scambio e confronto di metodologie, attrezzature, tecniche e buone pratiche.

La visita dei medici del Sirai è stata un’importante occasione per entrare in contatto con i pazienti e rilevare come uno dei fattori di maggiore diffusione del cancro sia da imputare alla scarsa propensione da parte delle pazienti a sottoporsi a visite specialistiche, se non quando la patologia è in uno stadio avanzato, tale da non essere più guaribile.

A tal fine in questi mesi è stata intensificata la campagna di comunicazione e di sensibilizzazione, la diffusione di brochures informative e l’invio da parte delle istituzioni di lettere con le quali si invitavano le donne a sottoporsi ad esami clinici preventivi, ha fatto si che molte pazienti vincessero le remore iniziali e si facessero visitare dall’equipe sardo-libanese.

La conclusione della campagna “Depistage du cancer” e la collaborazione tra la Sardegna e il  Libano segna una tappa importante nella lotta contro una patologia che attualmente in libano colpisce 80% delle donne con più di 50 anni.