Sudan. Nuovo Governo Khartoum, 17 ministeri al Partito di maggioranza


L’8 dicembre è stato formato un nuovo governo sudanese, nel quale il partito del presidente Omar Hassan el Bashir, il National Congress Party, (NCP) mantiene più della metà dei ministeri, con una coalizione alla quale partecipano 14 partiti

Novità assoluta la partecipazione del Partito Unionista Democratico (Dup),capeggiato da Mohamed Osman al Mirghani, per molti anni uno dei principali oppositori al Presidente Omar Hassan al Bashir.

Le nuove nomine si sono rese necessarie in seguito ai nuovi equilibri politici determinatisi nel paese dopo la divisione del Sudan, con la costituzione del Sud Sudan dal 9 luglio scorso e l'ingresso nel governo del nuovo stato di ministri precedentemente in carica nell'esecutivo di Khartoum. Nominato la notte del 9 Dicembre scorso, il governo è composto da 32 ministri e 35 ministri di stato (sottosegretari).

I principali dicasteri- esteri, difesa, interno, affari presidenziali, finanze e giustizia- sono andati al partito di governo, che ne raccoglie in totale 17. Tra questi il delicato ministero del petrolio, che dovrà escogitare sistemi per recuperare le perdite di bilancio conseguenti alla separazione del Sud Sudan. In ottobre l'inflazione ha raggiunto il 19,8 per cento. Il ministero della sanità e del lavoro non sono stati ancora assegnati, perché continuano i negoziati dello Ncp con le altre forze politiche.

Nel nuovo esecutivo sono entrati anche partiti come il wahabita Ansar al Sunnah, il Movimento di Liberazione e Giustizia (ex ribelli del Darfur) e dissidenti di altri movimenti ribelli come il Movimento di Liberazione del Sudan (Slm) ed il Movimenti per la Liberazione del Popolo Sudanese-Nord (Splm-n).

Da quando è nato il nuovo Stato del Sud aumentano ogni giorno le ostilità nei confronti del Nord che ha percorso una nuova strada caratterizzata dal pluralismo politico e da una politica di stabilità.

La Cina ha inviato un proprio emissario a Khartoum e Juba per favorire una risoluzione della controversia sulle esportazioni del petrolio del Sud Sudan nei terminal del Mar Rosso controllati dal Sudan.

L'ambasciatore Liu Guijin, rappresentante speciale di Pechino per gli Affari africani, è stato in Sudan per promuovere mediazioni di pace tra i due Paesi.

Dopo il fallimento dei negoziati ad Addis Abeba, all’inizio di dicembre a causa dell’intransigenza dei leader del Sud, il Sudan ha annunciato che non bloccherà le esportazioni del petrolio del Sud del Paese, ma che preleverà il 23% degli introiti come pagamento in natura per la tassa di transito nelle sue infrastrutture. Juba ha risposto annunciando azioni legali contro qualsiasi azienda coinvolta nel "furto" del proprio petrolio.

Il Sud Sudan garantisce il 5% delle importazioni di petrolio della Cina,che da tempo sostiene Khartoum, prima dell'indipendenza del Sud. L'azienda cinese China National Petroleum Corporation (CNPC) ha investito miliardi di dollari nello sfruttamento del petrolio in Sudan, di cui l'80% si trova nel sud.

Talal Khrais




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